Cane muore in un parcheggio per il troppo caldo

Un caldo insopportabile per l’animale, che è morto in un Parcheggio fuori dalle piscine cittadine Santini a Verona, mentre la sua padrona era dentro al complesso a rinfrescarsi. Gli agenti della polizia municipale non hanno fatto in tempo a salvarlo: hanno sfondato un finestrino e l’hanno preso tra le braccia, ma ha resistito pochi secondi prima di spirare.

50 gradi

La segnalazione è arrivata intorno alle 18 di lunedì 27 giugno: un passante aveva notato un cane, di razza Rhodesian Ridgeback, all’interno di un’auto parcheggiata al sole. All’esterno c’erano 36 gradi, dentro all’abitacolo la temperatura aveva raggiunto i 50 gradi. I vigili arrivati sul posto hanno trovato l’animale agonizzante. La padrona del cane, una trentenne di Verona, è uscita insieme al proprietario della macchina, ma non c’era già più nulla da fare.

Il reato 

– La donna è stata denunciata per maltrattamenti secondo gli articoli 554 bis e 554 ter, che prevedono una pena fino a due anni di carcere per chi causa la morte di un animale.

Fonte: Tgcom24

Cerbiatti e caprioli sono in pericolo. L’On. Brambilla: «Animali di nessuno, vittime dell’indifferenza»

La presidente della LEIDAA invita tutti difendere la fauna selvatica: «Non prendeteli in braccio e avvertite la polizia provinciale»

«Gli animali selvatici sono troppo spesso considerati “animali di nessuno”, vittime dell’indifferenza e dell’ignoranza». Bella stagione significa gite fuori porta, per questo Michela Vittoria Brambilla, presidente della LEIDAA (Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente), invita tutti a difendere cervi e cerbiatti che si possono incontrare nei boschi, soprattutto se in difficoltà. «Non toccate i piccoli di cervo e capriolo che trovate nell’erba – ricorda Brambilla – altrimenti la madre non se ne curerà più. Se il prendete in braccio, ne fate degli orfani. Se sono feriti, avvertite la polizia provinciale e lasciate fare agli esperti».

Il Cras “Stella del Nord” della Leidaa è in prima linea per il soccorso di cervi e caprioli come Enny, trovato stremato nell’intento di liberarsi dalla rete di un giardino in cui era rimasto intrappolato. O come Bambi, il cucciolo arrivato alla nursery del centro con una frattura per la quale è stato operato, oltre a Trixie e Barney, due cuccioli di capriolo rimasti rispettivamente ferita e rimasto orfano. «I volontari della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente se ne prendono cura con grande impegno, li allevano con biberon di latte speciale ogni due o tre ore e cercano di garantirgli socializzazione tra loro e movimento in piena sicurezza nelle strutture del Cras», ha raccontato Brambilla.

Per Brambilla i piani di contenimento di questi animali sono «scandalosi, non si può sparare a queste meravigliose creature per divertimento». Ha concluso ricordato il recente inserimento nella Costituzioneitaliana della tutela dell’ambiente, previsto ora dall’articolo 9, alla pari di cultura, paesaggio e patrimonio storico della nazione.

Fonte Leidaa

Come Scegliere il Cibo Giusto per i Nostri Animali Domestici

Questo articolo è stato pubblicato il giugno 21, 2022 da Matea.

Uno studio del 2017 condotto presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign ha esaminato l’effetto di 4 diversi tipi di diete sul microbioma intestinale di cani adulti (1). Le diete utilizzate nell’esperimento erano:

  1. Una dieta leggermente cotta
  2. Una dieta con alimenti cotti
  3. Una dieta cruda
  4. Una dieta con crocchette

Lo studio è durato 28 giorni e l’obiettivo era di determinare il microbiota fecale e le concentrazioni di metaboliti in ciascuno dei cani. Non sorprende che i risultati dello studio abbiano dimostrato che ci sono effettivamente differenze nei batteri intestinali a seconda della dieta utilizzata per nutrire i cani.

Le Diete Fresche e Crude hanno Risultati Migliori di quella con le Crocchette

La coautrice dello studio Kelly Swanson, professoressa di scienze animali e nutrizionali all’Università dell’Illinois, afferma con precisione che il cibo che mangiano i cani, ha un effetto significativo sui tipi di microrganismi presenti nel loro intestino. “La qualità e la composizione chimica degli ingredienti e la digeribilità dei nutrienti sono fattori chiave”, ha detto la dottoressa. “Questo è un fattore importante nel nostro studio perché l’elenco degli ingredienti, la composizione chimica (profilo dei nutrienti) e la digeribilità dei nutrienti erano abbastanza diversi tra le diete. Le diete leggermente cotte e crude erano generalmente più ricche di proteine e/o grassi, ed erano più digeribili della dieta con sole crocchette” (2). Sulla base della dichiarazione di della dottoressa Swanson, sembra che le diete leggermente cotte e crude, pur avendo un contenuto di grassi più elevato rispetto alle crocchette, sembravano ridurre la concentrazione di trigliceridi nel sangue, che sarebbe considerata benefica a lungo termine.

fonte

Animali selvatici, ambiente e uomo, i loro legami e la salute

Malattie come effetto di relazioni complesse tra uomini, animali domestici e selvatici, per capire l’origine delle quali occorre analizzare fattori quali densità di popolazione umana, diversità e abbondanza di animali selvatici e cambiamenti dell’ambiente messi in atto dall’uomo come deforestazione, pratiche agricolturali intensive, intensificazione della produzione zootecnica, commercio di animali.

Grazie alla collaborazione fra la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo e il Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Maiella questi temi sono al centro di diverse linee di ricerca scientifica che in Abruzzo si stanno sviluppando grazie alla particolarità geografica e alla ricchezza di aree protette. Di medicina della conservazione e salute delle popolazioni animali selvatiche si parlerà durante il Seminario Internazionale “Conservation Medicine and Wildlife Health”, nell’Aula Magna di Colle Parco a Teramo il 16 e il 17 giugno.

“L’era Covid ci ha messo dinanzi alla complessità delle dinamiche delle malattie nelle popolazioni, abbiamo capito come le relazioni tra uomini, popolazioni animali e ambiente debbano essere viste con un approccio integrato, olistico, tendente a definire il quadro generale di ‘One Health'” spiega la prof. 

Cristina Di Francesco, docente di Malattie infettive degli animali. 

A coordinare i contributi scientifici saranno: Alonso Aguirre, Chair e Ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali alla ‘George Mason University’, Fairfax, Virginia, vice presidente Senior della EcoHealth Alliance e ora rettore del Warner College of Natural Resources alla Colorado State University; James Forester, ecologo, Associate Professor presso il Dipartimento Ambiente, Fauna Selvatica e Biologia della Conservazione dell’Università del Minnesota; Jorge R. 

López Olvera, professore associato presso Il Gruppo di Ricerca di Ecologia e Salute dell’Università Autonoma di Barcellona. 

L’evento arriva a conclusione del Corso di Perfezionamento in “Gestione Sanitaria della Fauna Selvatica, Medicina della Conservazione e Sanità Pubblica”, organizzato da Università e Parco. https://www.conservationmedicineseminar.it . (ANSA).

Fonte:ANSA

Aiuto, il Mio cane è Stato Morso da un Serpente

Cane al guinzaglio

La stagione dei serpenti inizia ad di aprile e dura fino a ottobre. In questo periodo, poi, entra proprio nel vivo e con il caldo la situazione di pericolo aumenta. I serpenti possono rappresentare una seria minaccia per cani e gatti, con circa 150.000 animali di questo tipo morsi ogni anno dalle vipere, il più grande gruppo di serpenti velenosi presenti in moltissimi paesi del mondo (1). Ci sono circa 3.000 specie di serpenti nel mondo, meno di 500 sono velenose (2).

Tipi di Serpenti Velenosi

E’ importante essere consapevoli dei serpenti velenosi che vivono nella tua zona(3). Tutti i serpenti elencati di seguito sono considerati delle vipere, o comunque della stessa famiglia, ad eccezione dei serpenti corallo (4, 5):

  • Serpenti a sonagli: Essendo i più grandi serpenti velenosi presenti in ogni angolo del mondo, i serpenti a sonagli possono essere trovati nelle montagne, nelle praterie, nei deserti e anche in alcune spiagge. Se si sentono minacciati, possono vibrare come avvertimento prima di colpire. Essi sono capaci di raggiungere un bersaglio che si trova a un terzo o più della loro lunghezza del corpo. La maggior parte del veleno dei serpenti a sonagli contiene emotossine, che causano danni ai tessuti e impediscono la coagulazione del sangue. Alcuni presentano anche veleno neurotossico.
  • Copperheads – Copperheads: Vivono nelle foreste, nelle aree rocciose, nelle paludi e vicino all’acqua, quindi principalmente fiumi. Questi serpenti non aggressivi, in genere colpiscono solo se minacciati o se stuzzicati, spesso facendo vibrare la coda in un imitazione di sonaglio.I Copperheads possono essere riconosciuti dalle fasce a forma di clessidra sui loro corpi. Il loro veleno contiene emotossine.
  • Cottonmouth (detti anche mocassini d’acqua): I Cottonmouth vivono in zone umide, fiumi e laghi, principalmente. Da adulti, possono raggiungere i 140 centimetri di lunghezza e si trovano tipicamente dentro o intorno all’acqua. Spesso considerati serpenti aggressivi, il veleno di cottonmouth contiene anche emotossine.
  • Serpenti corallo: I serpenti corallo hanno bande colorate che sembrano simili a quelle dei serpenti reali non velenosi. Possono essere trovati in aree boscose, sabbiose o paludose, dove amano nascondersi in mucchi di foglie o scavare nel terreno. Sebbene il veleno dei serpenti corallo sia una potente neurotossina che può causare paralisi e insufficienza respiratoria, tendono ad essere solitari.

Fonte – http://www.fitopet.it

Animali 

L’anatra demoniaca australiana (estinta per colpa nostra)

Le analisi sui frammenti di un guscio preistorico trovato nelle sabbie australiane confermano che i primi australiani si nutrivano con le uova di un uccello alto due metri. Finendo per farlo estinguere 50.000 anni fa.

Non tutte le controversie scientifiche hanno la stessa fama; anzi, la maggior parte si consumano privatamente, tra studi e pubblicazioni, senza clamore. È il caso della controversia che scuote da anni la comunità paleontologica australiana, relativa alle uova di un certo uccello estinto: ne avevate mai sentito parlare? Eppure ora, in uno studio pubblicato su PNAS, questo dibattito decennale viene finalmente chiuso: ora sappiamo di che cosa si nutrivano i primi australiani, 50.000 anni fa, e che effetto ha avuto la loro dieta sull’ecosistema locale.

La controversia in questione è relativa a una serie di resti fossili trovati nel sudest dell’Australia quasi quarant’anni fa. Si tratta di gusci bruciati di uova rinvenuti nei pressi di accampamenti umani: con ogni probabilità si tratta quindi di resti alimentari. I primi australiani si nutrivano dunque di queste uova – che però, almeno fino a oggi, era stato impossibile identificare con certezza.

L'unico guscio d'uovo di Genyornis quasi completo mai trovato: è stato raccolto in Australia meridionale. I quattro fori sull'uovo confermano che fu predato da un marsupiale spazzino.

L’unico guscio d’uovo di Genyornis quasi completo mai stato trovato: è stato raccolto in Australia meridionale. I quattro fori sull’uovo confermano che fu predato da un marsupiale spazzino. © Gifford H. Miller

DI CHI SONO QUESTE UOVA? Secondo alcuni esperti quelle uove appartenevano a Genyornis, un gigantesco uccello alto più di due metri della famiglia Dromornithidae, il cui soprannome in inglese è demon duck of doom, l'”anatra demoniaca del fato”. Un’altra interpretazione era che le uova appartenessero invece a Progura, un altro uccello estinto di dimensioni più modeste, all’incirca quelle di un tacchino. Finora, identificare con precisione il proprietario delle uova era stato impossibile, perché i resti fossilizzati non contengono materiale genetico.

L’anatra australiana che diceva (anche) le parolacce

IL TRUCCO DELLE PROTEINE. Le uova, però, «sono strutture minerali che possono intrappolare certe proteine e preservarle anche per milioni di anni» come ha spiegato Matthew Collins di Cambridge, uno degli autori dello studio. Il ricercatori hanno potuto quindi identificare queste proteine e confrontarle con quelle di alcune specie viventi.

Il confronto ha permesso di stabilire che le uova sono state deposte da un animale evolutosi prima della comparsa di Progura – tutti gli indizi, quindi, portano a Genyornis, l’anatra gigantesca. Che si è estinta, probabilmente per colpa nostra: non perché 50.000 gli australiani la cacciassero, ma perché lanciavano veri e propri raid nei suoi nidi per rubare le uova. La grande quantità di furti, secondo gli autori dello studio, ha contribuito in maniera decisiva al declino e poi alla scomparsa delle anatre demoniache.

FONTE

Una gran quantità di scarabocchi

Una gran quantità di scarabocchi

Poiché il pubblico ha rivolto il suo affetto alla razza di cane incrociata più famosa e popolare, il Labradoodle, la tendenza ha portato all’abbinamento di molti purosangue allevati con altri purosangue di un’altra razza. Questo ha creato un mondo pieno di nuovi cani incrociati con nomi che finiscono in “scarabocchio” o “cacca” e così via. “Poo” è la parola d’ordine, poiché alcuni nella nostra comunità hanno usato quella parola multi-significato per descrivere queste razze “designer” incrociate. Queste razze di design hanno sicuramente catturato l’attenzione del pubblico e i prezzi esorbitanti di questi cani riflettono la loro ritrovata popolarità. Mai una parola su come vengono allevati questi cani e sui problemi che ne derivano. Come i cani da “rifugio”, ottengono un lasciapassare su qualsiasi problema di salute o temperamento che potrebbero ereditare o sul motivo per cui sono stati allevati in primo luogo. Questi premurosi “rifugi” affrontano mai il motivo per cui “Daisy, ” chi vive in fondo alla strada da “Duke”, dovrebbe essere allevato e avere 12 cuccioli che alla fine finiscono nel rifugio? Perché la spesa e il tempo necessari per prendersi cura di 12 cuccioli è un grande impegno che gli “allevatori” scelgono di non assumere, e quindi i cuccioli vengono sistemati in un canile prima, se mai, di essere sistemati in nuove case. Quanti di noi mettono i nostri cani nei rifugi prima che vadano nelle loro nuove case? Perché l’ovvio non viene sottolineato e affrontato: che “Daisy” e “Duke” dovrebbero essere castrati. Dall’altro lato di questo fenomeno c’è l’atteggiamento negativo mostrato nei confronti di allevatori rispettabili di cani di razza e fino a che punto si spingono per allevare cani sani e felici e trovare ciò in cui credono per trovare una casa permanente e amorevole. ” dovrebbe essere allevato e avere 12 cuccioli che alla fine finiscono in canile? Perché la spesa e il tempo necessari per prendersi cura di 12 cuccioli è un grande impegno che gli “allevatori” scelgono di non assumere, e quindi i cuccioli vengono sistemati in un canile prima, se mai, di essere sistemati in nuove case. Quanti di noi mettono i nostri cani nei rifugi prima che vadano nelle loro nuove case? Perché l’ovvio non viene indicato e affrontato: che “Daisy” e “Duke” dovrebbero essere castrati. Dall’altro lato di questo fenomeno c’è l’atteggiamento negativo mostrato nei confronti di allevatori rispettabili di cani di razza e fino a che punto si spingono per allevare cani sani e felici e trovare ciò in cui credono per trovare una casa permanente e amorevole. ” dovrebbe essere allevato e avere 12 cuccioli che alla fine finiscono in canile? Perché la spesa e il tempo necessari per prendersi cura di 12 cuccioli è un grande impegno che gli “allevatori” scelgono di non assumere, e quindi i cuccioli vengono sistemati in un canile prima, se mai, di essere sistemati in nuove case. Quanti di noi mettono i nostri cani nei rifugi prima che vadano nelle loro nuove case? Perché l’ovvio non viene indicato e affrontato: che “Daisy” e “Duke” dovrebbero essere castrati. Dall’altro lato di questo fenomeno c’è l’atteggiamento negativo mostrato nei confronti di allevatori rispettabili di cani di razza e fino a che punto si spingono per allevare cani sani e felici e trovare ciò in cui credono per trovare una casa permanente e amorevole. vengono collocati in nuove case. Quanti di noi mettono i nostri cani nei rifugi prima che vadano nelle loro nuove case? Perché l’ovvio non viene sottolineato e affrontato: che “Daisy” e “Duke” dovrebbero essere castrati. Dall’altro lato di questo fenomeno c’è l’atteggiamento negativo mostrato nei confronti di allevatori rispettabili di cani di razza e fino a che punto si spingono per allevare cani sani e felici e trovare ciò in cui credono per trovare una casa permanente e amorevole. vengono collocati in nuove case. Quanti di noi mettono i nostri cani nei rifugi prima che vadano nelle loro nuove case? Perché l’ovvio non viene sottolineato e affrontato: che “Daisy” e “Duke” dovrebbero essere castrati. Dall’altro lato di questo fenomeno c’è l’atteggiamento negativo mostrato nei confronti di allevatori rispettabili di cani di razza e fino a che punto si spingono per allevare cani sani e felici e trovare ciò in cui credono per trovare una casa permanente e amorevole. 

Ma ora torniamo all’incrocio parvenu che ha dato il via a questa moda, il Ladradooble. In un recente articolo del Wall Street Journal, Sarah Needleman cita che un gruppo di allevatori di Goldendoodle e Labradoodle hanno unito le forze per scrivere uno standard di razza e ora promuovere queste combo come “Bearded Retriever”. Hanno creato il Bearded Retriever Club of America per “portare Doodles in una nuova direzione”. Due pensieri interessanti su questo: l’American Kennel Club corteggerà questo nuovo club, o scriverà semplicemente il proprio standard e introdurrà ancora un altro nuovo da allevare nei nostri ranghi? E, naturalmente, mentre introducono un’altra razza registrabile, inizieranno ad attaccare con lo stesso interesse la propaganda eseguita con successo così bene da gruppi come PETA? Essendo stato difeso così male dall’American Kennel Club, siamo decenni indietro nel presentare le gioie di possedere un cane di razza. Come comunità, ci troviamo a difendere il nostro amore e la nostra devozione per le razze a cui teniamo. Purtroppo, siamo in difesa e non in attacco, come dovremmo.