
I proprietari di animali domestici guardano in maniera importante alle diete naturali per i loro cuccioli di cane.
Un sondaggio effettuato dalla società di ricerca Nielsen condotto su oltre 3.500 consumatori, di età compresa tra 18 e 65 anni, che possedevano almeno un cane o un gatto, ha scoperto che la loro preferenza per il cibo destinato al loro amico a quattro zampe era per prodotti naturali (1).
I risultati dell’indagine hanno mostrato che la preferenza dei consumatori si allontanava dai marchi commerciali di alimenti per animali domestici. La maggior parte degli intervistati (circa il 65%) ritiene che ingredienti come gli enzimi digestivi naturali forniscano vantaggi unici per la salute (2).
C’è da dire, però, che molti proprietari di animali domestici non si rendono conto che la parola “naturale” scritta sulle confezioni di cibo, molto spesso non vuole significare quello che si pensa.

La definizione di naturale di AAFCO
L’Association of American Feed Control Officials (AAFCO) è l’autorità di regolamentazione per gli alimenti per animali domestici negli Stati Uniti, e quando parla di alimenti per animali naturali, utilizza questa definizione ben precisa:
“Un mangime o ingrediente per mangimi derivato esclusivamente da fonti vegetali, animali o estratte, allo stato non trasformato o sottoposto a trattamento fisico, trattamento termico, trasformazione, purificazione, estrazione, idrolisi, enzimatica o fermentazione, ma non prodotto da o soggetti a un processo chimicamente sintetico e non contenenti additivi o coadiuvanti tecnologici chimicamente sintetici, tranne nelle quantità che potrebbero verificarsi nelle buone pratiche di fabbricazione (3).
AAFCO offre anche una ripartizione della definizione:
- Non vi è alcun requisito o affermazione che i mangimi o gli ingredienti naturali siano più sicuri di quelli prodotti con un processo chimicamente sintetico.
- Naturale è un termine liberale che include più ingredienti di quanti ne escluda: la maggior parte degli ingredienti del cibo per animali domestici deriva da “fonti vegetali, animali o estratte”.
- Un ingrediente per mangimi può essere soggetto a una serie di processi comunemente usati durante il processo di produzione, ed essere comunque considerato naturale.
- Un mangime o un ingrediente per mangimi può contenere tracce di composti chimicamente sintetici ed essere comunque considerato naturale.
Quindi, come si può notare, quando si tratta di cibo per animali che troviamo normalmente sugli scaffali dei negozi, la parola “naturale” non significa non trasformato, né significa tantomeno non sintetico. È
probabile che se stai acquistando cibo per cani o gatti trasformato che afferma di essere “naturale”, stai ricevendo un prodotto molto simile al normale vecchio cibo per animali domestici, ma a un costo (a volte) più elevato.
Non esistono alimenti per animali trasformati “naturali”.
I cosiddetti alimenti per animali domestici “naturali” sono una tendenza consolidata e una grande ricchezza per le aziende di alimenti per animali domestici in termini di quota di mercato.
Sfortunatamente sia per i proprietari di animali domestici, che per i loro amici a quattro zampe, il termine naturale è diventato una parola d’ordine utilizzata dal marketing, priva di significato sia nell’industria che produce prodotti destinato all’uomo che agli animali.
Questa parola, ormai, appare su tutte le confezioni e le etichette degli alimenti trasformati, ignorando il fatto che gli alimenti trasformati non possono essere alimenti naturali. Giusto per dare un senso a quello che stiamo dicendo, ecco la definizione che il dizionario offre della parola naturale: “Esistente o derivato dalla natura; non creato o causato dall’uomo (4).
Ovviamente, con rare eccezioni, il cibo che arriva in una lattina, in un sacchetto o in una scatola è stato prodotto dalla mano dell’uomo. Le aziende che producono cibo per cani per avere successo, ed essere scelte sugli scaffali affollati da tantissimi prodotti, giocano sulla differenziazione del marchio, ma alla fine se si guarda bene tutte affermano la stessa cosa (5). Bisogna, quindi, guardare bene cosa si acquista, senza farsi trarre in inganno dal marketing che ci propina etichette particolari e pubblicità spesso ingannevole.
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