Perché gli animali amano crogiolarsi al sole?

Nei rettili questo comportamento è conosciuto ma anche altre specie, come i corridori della strada e i lemuri, si fanno “bagni di sole” per immagazzinare energia e proteggersi dalle malattie.

Un drago barbuto si crogiola al sole su un tronco nella regione di Adelaide Hills, nel sud dell’Australia. I draghi barbuti sono notoriamente amanti del sole, e quando il calore diventa eccessivo, aprono la bocca per abbassare un po’ la propria temperatura.

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Ogni estate le spiagge di tutto il mondo si affollano di appassionati della tintarella che si sdraiano al sole.

Ma gli esseri umani non sono l’unica specie che ama esporsi ai raggi solari: in tutto il regno animale, creature grandi e piccole traggono vari tipi di giovamento crogiolandosi sotto il calore della stella più vicina al nostro pianeta.

Tra queste troviamo i famosi amanti del sole, come lucertole e altri rettili, e innumerevoli altre specie che condividono questa stessa abitudine, dalle rane, alle farfalle monarca agli ippopotami. Anche gli uccelli si dedicano ai “bagni di sole”: gli esemplari di almeno 50 famiglie di uccelli si appollaiano – o scendono a terra – regolarmente per estendere le ali ed esporsi al sole come i più tipici tipi da spiaggia in cerca di una buona abbronzatura.

Gli scienziati continuano a studiare questo comportamento e a scoprire sempre nuove ragioni per cui gli animali si dedicano a sessioni di relax sotto il sole – una pratica che richiede tempo ed espone alcune specie al rischio di predazione. Ecco cosa sappiamo di questo curioso comportamento.

Mantenere la temperatura corporea

Molte creature si crogiolano al sole per tenere sotto controllo la propria temperatura corporea, un processo noto come termoregolazione.

Questo è il motivo che spinge a questo comportamento molti ectotermi, ovvero animali a sangue freddo, come i rettili e gli anfibi, molti insetti e almeno due specie di pesci: la carpa e il pesce luna, un enorme pesce di colore argentato che secondo i ricercatori trascorre quasi metà del suo tempo vicino alla superficie dell’acqua.

Un lemure dalla coda ad anelli prende il sole presso la Riserva Naturale di Berenty

Un lemure dalla coda ad anelli prende il sole presso la Riserva Naturale di Berenty, in Madagascar. Nonostante questi mammiferi siano in grado di generare autonomamente il proprio calore corporeo, cercano l’irraggiamento solare per risparmiare le energie del metabolismo.

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A differenza dei mammiferi e degli uccelli endotermi, gli ectotermi non sono in grado di mantenere una temperatura corporea stabile con il calore creato dal proprio metabolismo, quindi la loro temperatura varia in base a quella dell’ambiente circostante.

Quando l’ambiente di un ectotermo si raffredda, anche la temperatura corporea dell’animale scende. Questo rallenta le reazioni chimiche dell’organismo che controllano le varie funzioni, dalle difese immunitarie alla prestazione muscolare — una condizione che può andare bene per un animale che sta dormendo o riposando, ma è inadatta per chi deve svolgere attività come cacciare le proprie prede o sfuggire ai predatori.

Per attivare il proprio corpo, gli ectotermi hanno bisogno di calore. Alcuni si arrampicano su rocce calde o nuotano verso acque più basse, ad esempio, mentre altri stanno sotto il sole per periodi di tempo che variano in base alle loro necessità, dimensioni e alla capacità del colore della loro pelle di assorbire la luce solare, spiega Tracy Langkilde, biologa evoluzionista presso la Pennsylvania State University che studia rettili e anfibi. “All’aumentare della temperatura esterna, questi processi generalmente si velocizzano”, afferma, “e questo è un aspetto fondamentale per la sopravvivenza di alcuni animali”.

Risparmiare energia

Lo stesso si potrebbe dire per gli endotermi amanti del sole. Pur essendo in grado di generare internamente il calore necessario, grazie al proprio veloce metabolismo, alcuni di questi animali assorbono il calore del sole per risparmiare le energie metaboliche.

Questo è il motivo che determina – secondo i ricercatori – l’abitudine di esporsi al sole da parte dei lemuri dalla coda ad anelli e dei corridori della strada, ad esempio, nonché dello stambecco delle Alpi, una specie di capra selvatica che si espone ai raggi solari per conservare la propria energia, nelle fredde mattine invernali sulle montagne, quando l’erba da brucare scarseggia.

Un’altra specie che sfrutta questa strategia è il topo marsupiale dalla coda grassa, un piccolo marsupiale che si trova nei deserti australiani. Si tratta di uno dei pochi mammiferi di cui si sa che cerca il calore del sole una volta uscito dal torpore, uno stato temporaneo in cui il metabolismo rallenta e la temperatura corporea scende, per conservare le energie nei periodi di scarsità di cibo. Alcuni ricercatori hanno mostrato in uno studio che gli esemplari di questa specie che entrano nello stato di torpore e poi si espongono al sole possono sopravvivere con circa un quarto della dose di cibo e acqua che generalmente è necessaria all’animale.

Distruggere i virus e integrare le vitamine

Se da un lato gli animali prendono il sole per poter svolgere le proprie funzioni quotidiane, la ricerca suggerisce che un altro motivo che giustifica questo comportamento è il trattamento di specifiche problematiche di salute.

Ci sono ad esempio sempre più evidenze del fatto che gli uccelli ricercano i raggi solari per liberarsi dei parassiti che si nascondono tra le loro penne e piume. Questa teoria attirò l’attenzione per la prima volta nel 1993, quando i ricercatori osservarono un gruppo di rondini verde-viola che trascorrevano sotto il sole più tempo di altri esemplari, che erano stati trattati per un’infestazione di acari e pidocchi. Studi più recenti hanno mostrato che i pidocchi presenti sulle penne degli uccelli possono morire se esposti alla luce solare diretta, il che supporta la teoria dell’utilità dell’esposizione al sole come modo per tenere sotto controllo i parassiti.

Similmente, gli ectotermi possono mettersi al sole per eliminare invasori quali virus e batteri. Pur essendo questa teoria difficile da dimostrare sul campo — “non appena ti avvicini a un animale, questo scappa”, afferma Langkilde — gli studi in laboratorio su raganelle americane, mosche domestiche e altre creature infettate da patogeni indicano che gli animali infetti cercano di “surriscaldarsi” volontariamente, inducendo uno stato di cosiddetta “febbre comportamentale.” Questo straordinario fenomeno di adattamento si è dimostrato effettivamente curativo per alcuni esemplari di studio, presumibilmente agendo nello stesso modo della febbre naturale, che attiva il sistema immunitario. 

Alcune otarie della California sonnecchiano al sole sulla Año Nuevo Island

Alcune otarie della California sonnecchiano al sole sulla Año Nuevo Island, nella Baia di Monterey. Le otarie hanno bisogno del sole per scaldarsi, mentre per rinfrescarsi immergono una pinna in acqua e poi la sollevano.

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Una specie — la Boisea rubrolineata — sembra che si crogioli al sole come misura preventiva, per evitare le infezioni. Quando prende il sole, questo insetto alato produce nel proprio organismo un composto chimico contenente spore fungine che lo proteggono dai germi.

Il camaleonte pantera invece sfrutta il sole come integratore della sua dieta: in particolare come fonte di vitamina D. La ricerca mostra che quando non assumono una quantità sufficiente di vitamina D attraverso il cibo, questi animali compensano la mancanza esponendo le proprie variopinte squame ai raggi UV del sole, innescando la produzione di vitamina. Gli scienziati non sanno come facciano i camaleonti ad avvertire la carenza — né se altri animali attuino la stessa strategia — ma ipotizzano che questa sia segnalata da un recettore di vitamina nel cervello dell’animale.

Domande scottanti sui bagni di sole

Nonostante i progressi fatti dalla scienza per comprendere quali siano i motivi che spingono gli animali a crogiolarsi al sole, c’è ancora molto da studiare.

Il comportamento della tartaruga d’acqua dolce ha destato particolare interesse, in quanto gli esemplari notturni assumono posizioni di “posa da bagno di sole” durante la notte e uno studio ha rilevato che alcuni di loro non manifestano aumento della temperatura corporea quando esposti al sole, il che esclude il possibile motivo della termoregolazione. Nel 2021, un altro articolo bocciava l’eliminazione delle sanguisughe come possibile motivo di questo comportamento, lasciando la questione senza risposta.

Altri ambiti che rimangono ancora non chiari sono il modo esatto in cui l’esposizione al sole aiuta gli uccelli a uccidere i parassiti e l’intera gamma di vantaggi che la luce solare fornisce alle specie con la pelliccia.

“Il comportamento del crogiolarsi al sole non è stato ancora ben studiato, soprattutto tra i grandi mammiferi”, scrive via e-mail Thomas Ruf, professore di fisiologia animale presso l’Università di Medicina Veterinaria di Vienna, in Austria. Ruf ritiene che questo sia dato dalle difficoltà che pongono le analisi sul campo, che lui e i suoi colleghi hanno affrontato per studiare lo stambecco delle Alpi.

Tuttavia i ricercatori sottolineano che comprendere a fondo questa pratica — nei mammiferi ma anche nelle altre specie che adottano questo comportamento — potrebbe portare a molti potenziali progressi, dal migliorare il trattamento degli animali in cattività all’aiutare nelle attività di conservazione in corso per gli animali selvatici. I futuri studi avranno quindi importanti implicazioni, al di là del rivelare i motivi di un curioso comportamento.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.

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