Perché gli animali amano crogiolarsi al sole?

Nei rettili questo comportamento è conosciuto ma anche altre specie, come i corridori della strada e i lemuri, si fanno “bagni di sole” per immagazzinare energia e proteggersi dalle malattie.

Un drago barbuto si crogiola al sole su un tronco nella regione di Adelaide Hills, nel sud dell’Australia. I draghi barbuti sono notoriamente amanti del sole, e quando il calore diventa eccessivo, aprono la bocca per abbassare un po’ la propria temperatura.

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Ogni estate le spiagge di tutto il mondo si affollano di appassionati della tintarella che si sdraiano al sole.

Ma gli esseri umani non sono l’unica specie che ama esporsi ai raggi solari: in tutto il regno animale, creature grandi e piccole traggono vari tipi di giovamento crogiolandosi sotto il calore della stella più vicina al nostro pianeta.

Tra queste troviamo i famosi amanti del sole, come lucertole e altri rettili, e innumerevoli altre specie che condividono questa stessa abitudine, dalle rane, alle farfalle monarca agli ippopotami. Anche gli uccelli si dedicano ai “bagni di sole”: gli esemplari di almeno 50 famiglie di uccelli si appollaiano – o scendono a terra – regolarmente per estendere le ali ed esporsi al sole come i più tipici tipi da spiaggia in cerca di una buona abbronzatura.

Gli scienziati continuano a studiare questo comportamento e a scoprire sempre nuove ragioni per cui gli animali si dedicano a sessioni di relax sotto il sole – una pratica che richiede tempo ed espone alcune specie al rischio di predazione. Ecco cosa sappiamo di questo curioso comportamento.

Mantenere la temperatura corporea

Molte creature si crogiolano al sole per tenere sotto controllo la propria temperatura corporea, un processo noto come termoregolazione.

Questo è il motivo che spinge a questo comportamento molti ectotermi, ovvero animali a sangue freddo, come i rettili e gli anfibi, molti insetti e almeno due specie di pesci: la carpa e il pesce luna, un enorme pesce di colore argentato che secondo i ricercatori trascorre quasi metà del suo tempo vicino alla superficie dell’acqua.

Un lemure dalla coda ad anelli prende il sole presso la Riserva Naturale di Berenty

Un lemure dalla coda ad anelli prende il sole presso la Riserva Naturale di Berenty, in Madagascar. Nonostante questi mammiferi siano in grado di generare autonomamente il proprio calore corporeo, cercano l’irraggiamento solare per risparmiare le energie del metabolismo.

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A differenza dei mammiferi e degli uccelli endotermi, gli ectotermi non sono in grado di mantenere una temperatura corporea stabile con il calore creato dal proprio metabolismo, quindi la loro temperatura varia in base a quella dell’ambiente circostante.

Quando l’ambiente di un ectotermo si raffredda, anche la temperatura corporea dell’animale scende. Questo rallenta le reazioni chimiche dell’organismo che controllano le varie funzioni, dalle difese immunitarie alla prestazione muscolare — una condizione che può andare bene per un animale che sta dormendo o riposando, ma è inadatta per chi deve svolgere attività come cacciare le proprie prede o sfuggire ai predatori.

Per attivare il proprio corpo, gli ectotermi hanno bisogno di calore. Alcuni si arrampicano su rocce calde o nuotano verso acque più basse, ad esempio, mentre altri stanno sotto il sole per periodi di tempo che variano in base alle loro necessità, dimensioni e alla capacità del colore della loro pelle di assorbire la luce solare, spiega Tracy Langkilde, biologa evoluzionista presso la Pennsylvania State University che studia rettili e anfibi. “All’aumentare della temperatura esterna, questi processi generalmente si velocizzano”, afferma, “e questo è un aspetto fondamentale per la sopravvivenza di alcuni animali”.

Risparmiare energia

Lo stesso si potrebbe dire per gli endotermi amanti del sole. Pur essendo in grado di generare internamente il calore necessario, grazie al proprio veloce metabolismo, alcuni di questi animali assorbono il calore del sole per risparmiare le energie metaboliche.

Questo è il motivo che determina – secondo i ricercatori – l’abitudine di esporsi al sole da parte dei lemuri dalla coda ad anelli e dei corridori della strada, ad esempio, nonché dello stambecco delle Alpi, una specie di capra selvatica che si espone ai raggi solari per conservare la propria energia, nelle fredde mattine invernali sulle montagne, quando l’erba da brucare scarseggia.

Un’altra specie che sfrutta questa strategia è il topo marsupiale dalla coda grassa, un piccolo marsupiale che si trova nei deserti australiani. Si tratta di uno dei pochi mammiferi di cui si sa che cerca il calore del sole una volta uscito dal torpore, uno stato temporaneo in cui il metabolismo rallenta e la temperatura corporea scende, per conservare le energie nei periodi di scarsità di cibo. Alcuni ricercatori hanno mostrato in uno studio che gli esemplari di questa specie che entrano nello stato di torpore e poi si espongono al sole possono sopravvivere con circa un quarto della dose di cibo e acqua che generalmente è necessaria all’animale.

Distruggere i virus e integrare le vitamine

Se da un lato gli animali prendono il sole per poter svolgere le proprie funzioni quotidiane, la ricerca suggerisce che un altro motivo che giustifica questo comportamento è il trattamento di specifiche problematiche di salute.

Ci sono ad esempio sempre più evidenze del fatto che gli uccelli ricercano i raggi solari per liberarsi dei parassiti che si nascondono tra le loro penne e piume. Questa teoria attirò l’attenzione per la prima volta nel 1993, quando i ricercatori osservarono un gruppo di rondini verde-viola che trascorrevano sotto il sole più tempo di altri esemplari, che erano stati trattati per un’infestazione di acari e pidocchi. Studi più recenti hanno mostrato che i pidocchi presenti sulle penne degli uccelli possono morire se esposti alla luce solare diretta, il che supporta la teoria dell’utilità dell’esposizione al sole come modo per tenere sotto controllo i parassiti.

Similmente, gli ectotermi possono mettersi al sole per eliminare invasori quali virus e batteri. Pur essendo questa teoria difficile da dimostrare sul campo — “non appena ti avvicini a un animale, questo scappa”, afferma Langkilde — gli studi in laboratorio su raganelle americane, mosche domestiche e altre creature infettate da patogeni indicano che gli animali infetti cercano di “surriscaldarsi” volontariamente, inducendo uno stato di cosiddetta “febbre comportamentale.” Questo straordinario fenomeno di adattamento si è dimostrato effettivamente curativo per alcuni esemplari di studio, presumibilmente agendo nello stesso modo della febbre naturale, che attiva il sistema immunitario. 

Alcune otarie della California sonnecchiano al sole sulla Año Nuevo Island

Alcune otarie della California sonnecchiano al sole sulla Año Nuevo Island, nella Baia di Monterey. Le otarie hanno bisogno del sole per scaldarsi, mentre per rinfrescarsi immergono una pinna in acqua e poi la sollevano.

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Una specie — la Boisea rubrolineata — sembra che si crogioli al sole come misura preventiva, per evitare le infezioni. Quando prende il sole, questo insetto alato produce nel proprio organismo un composto chimico contenente spore fungine che lo proteggono dai germi.

Il camaleonte pantera invece sfrutta il sole come integratore della sua dieta: in particolare come fonte di vitamina D. La ricerca mostra che quando non assumono una quantità sufficiente di vitamina D attraverso il cibo, questi animali compensano la mancanza esponendo le proprie variopinte squame ai raggi UV del sole, innescando la produzione di vitamina. Gli scienziati non sanno come facciano i camaleonti ad avvertire la carenza — né se altri animali attuino la stessa strategia — ma ipotizzano che questa sia segnalata da un recettore di vitamina nel cervello dell’animale.

Domande scottanti sui bagni di sole

Nonostante i progressi fatti dalla scienza per comprendere quali siano i motivi che spingono gli animali a crogiolarsi al sole, c’è ancora molto da studiare.

Il comportamento della tartaruga d’acqua dolce ha destato particolare interesse, in quanto gli esemplari notturni assumono posizioni di “posa da bagno di sole” durante la notte e uno studio ha rilevato che alcuni di loro non manifestano aumento della temperatura corporea quando esposti al sole, il che esclude il possibile motivo della termoregolazione. Nel 2021, un altro articolo bocciava l’eliminazione delle sanguisughe come possibile motivo di questo comportamento, lasciando la questione senza risposta.

Altri ambiti che rimangono ancora non chiari sono il modo esatto in cui l’esposizione al sole aiuta gli uccelli a uccidere i parassiti e l’intera gamma di vantaggi che la luce solare fornisce alle specie con la pelliccia.

“Il comportamento del crogiolarsi al sole non è stato ancora ben studiato, soprattutto tra i grandi mammiferi”, scrive via e-mail Thomas Ruf, professore di fisiologia animale presso l’Università di Medicina Veterinaria di Vienna, in Austria. Ruf ritiene che questo sia dato dalle difficoltà che pongono le analisi sul campo, che lui e i suoi colleghi hanno affrontato per studiare lo stambecco delle Alpi.

Tuttavia i ricercatori sottolineano che comprendere a fondo questa pratica — nei mammiferi ma anche nelle altre specie che adottano questo comportamento — potrebbe portare a molti potenziali progressi, dal migliorare il trattamento degli animali in cattività all’aiutare nelle attività di conservazione in corso per gli animali selvatici. I futuri studi avranno quindi importanti implicazioni, al di là del rivelare i motivi di un curioso comportamento.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.

Come rimuovere una zecca dal tuo animale

Se oggi passeggi nel bosco con il tuo amico peloso, fai attenzione alle zecche! Questi piccoli parassiti si nascondono nell’erba alta e nelle zone boschive, pronte a saltare su un umano o un animale. Un cane che annusa felice nell’erba è una preda facile: la zecca si “aggrappa” al pelo e comincia a nutrirsi del suo sangue. Le zecche sono particolarmente attive da marzo a novembre, quando le temperature superano i 7-10°C. Pensa sempre a controllare sotto il pelo del tuo quattrozampe dopo una passaggiata nella natura! Le zecche possono trasmettere determinati batteri al tuo cane, come la borrelia, all’origine della malattia di Lyme. Pertanto, vanno rimosse il prima possibile, 12-24 ore dopo il morso. Ecco come procedere:

1. Indossa dei guanti

Le zecche amano saltare su animali e esseri umani, è quindi sempre meglio indossare dei guanti quando ne rimuovi una. Il momento migliore è quando il tuo cane è calmo e rilassato. Se dovesse essere nervoso o si dimena, avrai bisogno di una mano e di qualcuno che lo distragga mentre togli la zecca.

2. Utilizza un rimuovi-zecche per eliminare il parassita 

Assicurati di avere abbastanza luce (puoi usare una torcia) per effettuare l’operazione, perché è essenziale rimuovere interamente la zecca e non solo la testa. Utilizza di preferenza un rimuovi-zecche e posizionalo sotto il corpo della zecca, aderendo per bene alla pelle del tuo cane. Esistono vari tipi di rimuovi-zecche, quindi verifica le istruzioni per usare correttamente il tuo. Alcuni necessitano una rotazione, altri ti permettono semplicemente di tirare sulla zecca. In alternativa, puoi usare le pinzette.

3. Ruota o tira (a seconda delle istruzioni)

Se il tuo rimuovi-zecche assomiglia ad un piccolo gancio, dovrai ruotare più voltein senso orario per estrarre la zecca. Con altri modelli è sufficiente tirare verso l’alto. Se usi una pinzetta, tira verso l’alto in linea retta. Assicurati di tirare o ruotare esercitando una pressione uniforme e costante per far uscire tutto il corpo del parassita.

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4. Controlla che la zecca sia interamente uscita

Dopo aver estratto la zecca, controlla che non ci siano residui sulla pelle. Se la zecca si è strappata, o che la testa è rimasta sotto la pelle, niente panico. Chiama il tuo veterinario e segui i suoi consigli.

5. Elimina correttamente la zecca

Ti raccomandiamo di mettere la zecca in un piccolo recipiente e di versarci sopra un po’ di alcol. Buttala poi in un cestino esterno. In alternativa, puoi piegarla nel nastro adesivo e buttarla nel cestino. Tieni sempre i guantie non buttare la zecca se è ancora viva.

6. Pulisci la ferita e coccola il tuo cane

Pulisci la zona con dell’alcol denaturato, e lavati accuratamente le mani. Non dimenticare di coccolare il tuo amico peloso per congratularlo del suo coraggio!

Ora sai cosa fare. Non lasciare che le zecche rovinino le vostre belle passeggiate! Se hai ancora dubbi o se pensi di non aver rimosso correttamente la zecca, chiama il tuo veterinario.

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Come proteggere gli animali da fumo o incendi: cosa fare

Oltre la siccità, la crisi climatica con conseguenti temperature torride, l’estate è anche il periodo dell’anno più a rischio incendi. I roghi possono scaturire per le cause più disparate, tra cui le principali sono l’eccessiva siccità e la mano dell’uomo che intenzionalmente o meno provoca l’incendio. Ogni anno si contano porzioni importanti di bosco o pinete andate in fumo per sempre. Solo quest’anno la Capitale ha assistito a quattro incendi in contemporanea lungo il perimetro della città. Per non parlare delle isole che “bruciano” abitualmente ogni anno, come la Sicilia e la Sardegna.

Purtroppo la conseguenza è che oltre a perdere vegetazione anche parte della fauna rimane vittima dei roghi. Non tutti gli animali hanno la prontezza di scappare, e potrebbero rimanere intrappolati nell’incendio. Non è possibile contare le vittime ogni anno, ma certamente il numero non è esiguo. Di fronte ad incendi o altre calamità naturali gli animali, dipendentemente dalla loro indole, sono in grado o meno di affrontare nel migliore dei modi il pericolo. E questo vale anche per gli animali domestici, che dipendono in tutto e per tutto dall’essere umano.

Incendi e animali domestici, le raccomandazioni della LAV

Ogni anno in estate si fa un gran parlare (anche se sempre troppo poco), degli animali domestici che vengono abbandonati o maltrattati. Si parla meno del rischio che l’animale corre se si dovesse incontrare un incendio, che sia vicino o lontano. La Lega Anti Vivisezione elenca dei suggerimenti per proteggere l’animale nel caso in cui si debba rimanere intrappolati in un luogo a causa incendio. Ovviamente anche l’essere umano deve essere protetto. La LAV si concentra sull’animale, di cui spesso non si riesce a prevedere le reazioni:

  • avere per ogni animale cibo e acqua sufficiente per tre giorni chiusi in contenitori o sacchetti ermetici, oltre ovviamente la ciotola per la somministrazione dei pasti;
  • se un animale segue una terapia farmaceutica, è necessario avere a disposizione tutti i farmaci necessari (soprattutto se di difficile reperibilità) e segnare sul contenitore la posologia e il nome dell’animale;
  • avere un appunto con il nome e i contatti di riferimento  del veterinario o di una clinica veterinaria aperta h24;
  • avere a portata di mano un trasportino leggero per l’animale. Chi ha un cane deve avere anche pettorina, guinzaglio e collare;
  • l’animale deve avere sempre al collo la medaglietta identificativa con due numeri di telefono da contattare in caso di smarrimento e, sempre a disposizione, anche il libretto e tutta la documentazione sanitaria dell’animale (sia in formato cartaceo sia digitale);
  • l’animale non deve mai essere rinchiuso in casa o in giardino, legato o impossibilitato ad allontanarsi.

La LAV consiglia inoltre, se ci si trova in vacanza in un rifugio, di mettere in pratica azioni preventive per evitare che l’incendio divampi o che si estenda fino alla casa. Si deve evitare il più possibile di avere rifiuti o sostanze infiammabili. Per prevenire incendi dall’esterno si può bagnare il perimetro del rifugio. Per evitare la dispersione del fumo si può utilizzare acqua frazionata con un tubo di gomma.

FONTE:Ecoo.it

Ansia e Stress nel tuo Cane? Ecco come aiutarlo

Se hai un cucciolo che ha subito stress di qualsiasi tipo (inclusi fattori di stress nutrizionali e antibiotici) o potrebbe essere ricoverato in canile o in pensione magari perché sei in procinto di partire per le vacanze, potresti prendere in considerazione l’integrazione di probiotici. Questo perché sono tantissime le evidenze scientifiche dei benefici dell’integrazione di questi batteri amici della salute generale dei cani. Uno studio universitario del 2019 su 16 Beagle, ha concluso che l’aggiunta del batterio benefico “Bacillus subtilis” al cibo per cani ultraelaborato, migliora la digeribilità di grassi e carboidrati nell’intestino e si traduce in feci di “qualità superiore”, oltre a livelli più sani di ammoniaca nel tratto digestivo (1). I cani hanno bisogno di batteri benefici non solo per mantenere sani livelli nell’intestino, ma anche per scoraggiare i batteri potenzialmente patogeni che possono insinuarsi nel tratto gastrointestinale (GI). Il tubo digerente è il più grande organo immunitario del corpo e ospita un’enorme popolazione di batteri.

I Probiotici Possono Ridurre lo Stress nei Cani

Lo stress e l’ansia possono innescare una varietà di problemi fisici e comportamentali negli animali domestici.In uno studio del 2012, i ricercatori hanno valutato l’uso di integratori probiotici per ridurre i problemi digestivi legati allo stress in 134 cani sani, che sono stati trasferiti dalle loro case in un canile (2). I cani sono stati separati in quattro gruppi, tre dei quali hanno ricevuto diverse dosi del batterio benefico Bifidobacterium animalis. I cani del quarto gruppo o del gruppo di controllo non hanno ricevuto nessun integratore probiotico. Prima dell’inizio dello studio, tutti i 134 cani sono stati gradualmente trasferiti alla stessa dieta. I cani dei tre gruppi di prova hanno ricevuto un supplemento probiotico giornaliero per cinque settimane, prima di essere trasferiti in canile e nei successivi 20 giorni dopo il trasferimento. I ricercatori hanno monitorato i punteggi fecali dei cani in base all’aspetto delle feci, al numero di volte al giorno in cui hanno fatto i loro bisogni e alla popolazione batterica presente al suo interno.

Hanno anche monitorato i livelli di cortisolo sierico per determinare i livelli di stress dei cani. I risultati dello studio hanno mostrato livelli più elevati di batteri probiotici nei tre gruppi di cani che hanno ricevuto il supplemento. Le concentrazioni di batteri suggerivano che fossero dosi-sensibili, il che significa che erano il risultato di un’integrazione. I cani che hanno ricevuto le dosi più alte di probiotici avevano popolazioni più batteri buoni nelle loro feci rispetto, rispetto ai cani che avevano ricevuto dosi più basse. Inoltre, un minor numero di cani a cui è stato somministrato l’integratore ha avuto feci troppo liquide o troppo secche durante la prima settimana nel canile. I ricercatori hanno concluso che il supplemento probiotico ha supportato la produzione ottimale di feci e può aiutare a prevenire disturbi gastrointestinali e diarrea legati allo stress, nei cani che sono stati recentemente trasferiti e ricoverati in canile.

Probiotici per il Trattamento della Colite da Stress

Il trattamento standard per la colite da stress nei cani adulti che hanno vissuto in canile, comprende farmaci antiparassitari e antibiotici. In effetti, molti veterinari trattano cani con diarrea e altri problemi gastrointestinali con l’antibiotico metronidazolo. Questi farmaci mettono il tratto gastrointestinale sotto ulteriore stress fisiologico., ed eliminano le colonie batteriche benefiche, che possono impedire il pieno recupero e prolungare sintomi e sofferenza. Inoltre, l’uso eccessivo di antibiotici in medicina veterinaria, ha portato al diffuso problema di ceppi altamente resistenti di batteri mortali. I ricercatori del College of Veterinary Medicine della North Carolina State University hanno condotto uno studio per confrontare l’uso di probiotici e metronidazolo, per il trattamento della diarrea acuta causata dalla colite da stress nei cani che vivono in canile (3). I ricercatori hanno esaminato i cani, registrato il loro peso, ed hanno eseguito esami del sangue, delle urine e delle feci.

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I cani sono stati selezionati in modo casuale per ricevere un probiotico contenente Bifidobacterium animalis o metronidazolo per il trattamento della diarrea. C’erano 50 cani in totale: 25 hanno ricevuto il probiotico e 25 hanno ricevuto l’antibiotico. Alla fine dello studio, 11 cani trattati con metronidazolo non rispondevano e quindi gli è stato somministrato il probiotico. I punteggi fecali di tutti e tre i gruppi di cani (compresi quelli che inizialmente non hanno risposto al metronidazolo) sono migliorati di circa 2 volte. Anche i cani infettati da parassiti hanno mostrato lo stesso livello di miglioramento alla fine del trattamento. Sulla base dei dati del punteggio fecale, i ricercatori dello studio hanno concluso che il probiotico è un trattamento altrettanto efficace per il trattamento della diarrea acuta. I ricercatori hanno inoltre riconosciuto che i cani trattati con antibiotici con un miglioramento limitato, sembravano beneficiare in modo significativo del successivo trattamento probiotico.

I Probiotici Hanno Ridotto l’Ansia nel 90% dei Cani Uno studio del 2016 ha affrontato i cambiamenti emotivi e comportamentali nei cani che ricevevano un integratore contenente i batteri benefici Bifidobacterium longum (4). Lo studio ha coinvolto 24 Labrador Retriever ansiosi, che sono stati alimentati con la stessa dieta equilibrata per 15 settimane. Per le prime sei settimane, 12 cani hanno ricevuto il supplemento probiotico e gli altri 12 hanno ricevuto un placebo. Durante le settimane da 7 a 9, nessuno dei cani ha ricevuto il probiotico o un placebo; quindi gli stessi 12 cani hanno ricevuto probiotici per le ultime sei settimane dello studio. I ricercatori hanno valutato alcuni comportamenti legati all’ansia, come abbaiare, girare su se stessi e camminare. Hanno anche monitorato i livelli di cortisolo e la frequenza cardiaca dei cani per determinare i livelli di stress. I cani che hanno ricevuto il supplemento probiotico hanno mostrato una riduzione dei comportamenti ansiosi e di altri segni di stress, e anche i loro livelli di cortisolo e la frequenza cardiaca sono migliorati. In effetti, il 90% dei cani integrati sembrava complessivamente meno ansioso.

Inoltre, l’83% aveva misure di cortisolo salivare inferiori e una migliore variabilità della frequenza cardiaca, e il 75% aveva anche una frequenza cardiaca media inferiore. Ciò è dovuto in parte a un numero crescente di ricerche che suggeriscono che la salute del tratto gastrointestinale di un animale, influisce sul benessere fisico generale, il che ha perfettamente senso se si considera che fino all’80% del sistema immunitario del tuo animale domestico si trova all’interno del tratto gastrointestinale. È interessante notare che gli studi dimostrano che la salute gastrointestinale influisce anche sul benessere psicologico e sul comportamento di un animale domestico. C’è una relazione importante e una comunicazione bidirezionale tra il tratto gastrointestinale e il cervello: si chiama asse intestino-cervello. La ricerca suggerisce che la flora (microbiota) presente nel tratto digestivo può influenzare gli stati d’animo e viceversa.

autore Matea Skubic

Pensare con il cuore

Sistemando alcuni miei siti abbastanza datati mi è capitato di leggere il blog che tenevo quando mio papà, malato di alzheimer, aveva distrutto tutte le certezze della mia esistenza.

flora ghezzi
Flora

Il dolore era così forte per le sue condizioni di salute e l’impotenza nel soccorrerlo era così tanta, che non riuscivo più nemmeno a pensare alla mia di famiglia, a mio marito, ai miei figli e al mio cane (allora il cane di turno era Flora, un schnauzer gigante nera).

Il mio papà ha sempre avuto un ruolo speciale nella mia vita, il fatto che fosse stato deportato e non presente alla mia nascita, probabilmente ci aveva legato indissolubilmente, anche se gli accadimenti non erano certo da imputare a noi, era anche una questione di carattere, io e lui avevamo lo stesso temperamento nell’affrontare la vita.

Vederlo sempre più assente, sempre più debole, ma ancora in grado di riconoscermi mi distruggeva, aveva anche dovuto essere ricoverato in ospedale per un collasso e questo lo aveva relegato inesorabilmente su una sedia a rotelle. Eppure lui non demordeva, chiedeva di essere portato fuori, si faceva capire e sorrideva quando con lui e la badante uscivo anch’io con Flora.

Solo qualche mese prima papà riusciva a tirarle la pallina, e gioiva quando lei gliela riportava e abbaiava in attesa del prossimo tiro. Ad un certo punto della vita si ritorna bambini e mio papà era ritornato indietro nel tempo, lui aveva sempre amato i cani, a volte tornava dal lavoro con un cucciolino in tasca e faceva la felicità mia e di mia sorella, poi inesorabilmente mia mamma trovava il modo di regalare il cane a qualche altra famiglia.

Flora forse era ora un sogno avverato per lui, finalmente aveva un cane vicino, la accarezzava con tocco incerto tutte le volte che gli si sedeva accanto: un uomo infermo con un cane può essere la felicità se si pensa con il cuore. Papà e Flora ora sono in un enorme prato verde, papà corre con lei e forse entrambi pensano un poco anche a me.

Manuela Valletti

Lavare i Denti: una delle cose Fondamentali per mantenere cani e gatti in salute

La maggior parte dei cani e dei gatti non è abituata ad avere in bocca uno strumento come uno spazzolino da denti. Ecco perché consiglio a tutti i nuovi proprietari di animali domestici, in particolare a quelli che hanno da poco preso in casa un cucciolo di cane o di gatto, di iniziare fin subito massaggi facciali e gengivali quotidianamente (1). Bisogna, quindi, toccare ogni parte del corpo del tuo gattino. Dalla parte superiore della testa, alla fronte, ai lati delle guance e intorno alla bocca. Dunque, è importante toccare l’intero viso del gattino, così che fin dall’inizio possa capire che non ha nulla da temere, evitando così che possa avere reazioni avverse o scontrose. Desensibilizzare, quindi, la faccia del tuo gatto iniziando con un massaggio facciale quotidiano è il primo passo. Una volta che il tuo amico a quattro zampe ha familiarizzato con questa nuova azione, allora potrai facilmente passare alla seconda fase, che prevede la possibilità di infilare nella sua bocca le dita. Si inizia con un dito alla volta, così da simulare lo spazzolamento, accarezzando denti e gengive dell’animale (2). E’ possibile, durante questa operazione, utilizzare un gel enzimatico che consenta di abbattere la placca e il tartaro che si va a formare sui denti del vostro amico a quattro zampe.

Un Prodotto Naturale che aiuta la Salute della Bocca del tuo Animale

In commercio sono tantissimi i prodotti che puoi trovare per la cura della bocca del tuo cucciolo. C’è, però, da prestare grande attenzione perché non tutti sono naturali, e possono nascondere al loro interno degli ingredienti nocivi per il tuo amico a quattro zampe. Per questo motivo vogliamo segnalarti un prodotto naturale, che addirittura può essere usato anche sulle persone, adatto sia per i gatti che per i cani. Al suo interno troverai ingredienti naturali come: acqua distillata, estratto di semi di pompelmo, di semi di uva, propoli e stevia. DentaSure è uno spray naturale da applicare direttamente sulla placca e sul tartaro presente in bocca, due volte al giorno. L’uso quotidiano consente di mantenere i denti bianchi e soprattutto le gengive sempre sane. Facile da applicare, si spruzza nella bocca del tuo amico a quattro zampe e con le dita si applica sui denti e sulle gengive. Una cosa importante da ricordare è che, una volta applicato DentaSure, bisognerà attendere almeno 30 minuti, prima di poter somministrare la pappa o far bere il tuo cane o il tuo gatto.

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Storia dello Schnauzer

le tre taglie oggi

Non esiste una registrazione scritta precisa della storia dello Schnauzer . Nel corso degli anni, gli esperti di razze canine hanno discusso molte teorie ma nessuno sa esattamente come e quando sia stato creato lo Schnauzer.

Molti articoli male informati compaiono su altri siti web. Dopo molte ricerche che coprono molte fonti, ecco la versione più credibile della vera storia dello Schnauzer:

Lo Schnauzer è nato nella Germania meridionale nel XIV o XV secolo. A quei tempi commercianti e contadini percorrevano le campagne con carri carichissimi vendendo le loro merci e i loro prodotti ai mercati.

Avevano bisogno di un cane di taglia media e versatile che fosse abbastanza forte da proteggere il carrello, ma abbastanza piccolo da adattarsi facilmente allo stesso carrello.

Questi uomini pratici volevano anche un buon cacciatore per tenere a bada i parassiti a casa.

storia dello schnauzer - pinscher a pelo duro
Pinscher a pelo duro

Gli allevatori coinvolti nella storia dello Schnauzer probabilmente hanno incrociato il barboncino tedesco nero e il Wolfspitz grigio con più di un pizzico di Pinscher a pelo duro (aka Pinscher grezzo) per creare il primo Schnauzer.

Questo “prototipo” di medie dimensioni somigliava più da vicino allo Schnauzer standard di oggi e ha stabilito la razza come cane da lavoro.

Schnauzer nell’art

C’è una statua nel Meclemburgo, in Germania, risalente al XIV secolo di un cacciatore con uno Schnauzer accovacciato ai suoi piedi. Lo Schnauzer appare di nuovo in una statua del 1620 chiamata “The Night Watchman” a Stoccarda, in Germania.

È un dato di fatto che la razza sia presente anche in diversi dipinti di Albrecht Durer (1471-1528). Probabilmente possedeva lui stesso uno Schnauzer, poiché ha realizzato diversi dipinti di quello che sembra lo stesso cane in diverse fasi della sua vita.

Un arazzo del 1501 chiamato Corona di Spine – di Lucas Cranach il Vecchio – conteneva anche un cane che sembrava sospettosamente uno Schnauzer. Anche altri artisti famosi, come il maestro olandese Rembrandt (17° secolo) e l’inglese Joshua Reynolds (1723-1792) dipinsero Schnauzer.

Origine del nome

La parola Schnauzer dovrebbe essere pronunciata “sh-now-tser” con la Z tedesca che suona come TS – come in Mozart, che si dice “Motsart”.

Deriva dalla parola tedesca “Schnauze” che significa muso. Questo ovviamente si riferisce ai meravigliosi baffi sul muso che sono il marchio di fabbrica di tutti gli Schnauzer e conferiscono loro un aspetto così indimenticabile.


Pinscher a pelo duro

Agli albori della storia dello Schnauzer in Germania, i primi Schnauzer come li conosciamo venivano chiamati Pinscher a pelo duro.

Alla 3a Mostra Internazionale Tedesca del 1879, furono presentati tre Pinscher a pelo duro, di proprietà di C. Berger di Würtemburg.

Il vincitore è stato un cane chiamato “Schnauzer”. Da quel momento in poi, tutti i cani di questa razza furono chiamati Schnauzer.

L’albero genealogico della storia dello Schnauzer, mostrato di seguito per gentile concessione dell’AKC, delinea le diverse razze canine utilizzate per sviluppare i tre tipi di Schnauzer:


È interessante notare che, sebbene ora non assomiglino per niente, i moderni Schnauzer e Pinscher condividono gli stessi antenati.

Gli originali Pinscher con rivestimento liscio sono stati allevati l’uno con l’altro per dare l’elegante mantello degli odierni Pinscher in miniatura e Doberman. I Pinscher a pelo duro sono stati allevati appositamente per dare il mantello ruvido degli Schnauzer moderni.


Soldati di ritorno

A metà del 19° secolo, gli allevatori di cani tedeschi iniziarono a mostrare interesse per questa versatile razza autoctona. In questo periodo i cani di taglia media venivano incrociati anche con altre razze per creare lo Schnauzer nano e, successivamente, lo Schnauzer gigante.

Anche se potrebbe essercene stato importato uno strano in precedenza, i primi Schnauzer furono portati nel Regno Unito e in America intorno al 1900.

Probabilmente furono portati in Inghilterra e nel Nuovo Mondo come amati animali domestici delle famiglie di immigrati, nonché da viaggiatori e commercianti che tornavano a casa.

Durante la prima guerra mondiale, gli Schnauzer standard furono usati come cani da guardia dall’esercito tedesco e vettori di spedizione dalla Croce Rossa.

Il campione Schnauzer Nero

Furono, tuttavia, i soldati di ritorno dalla prima guerra mondiale a riportare in patria gli Schnauzer in numero maggiore. Questi combattenti ammiravano molto il coraggio e lo spirito di questi cani.

Storia dello Schnauzer miniatura

Lo Schnauzer nano fu esposto come razza distinta già nel 1899.

Si pensa che sia stato derivato dall’allevamento del più piccolo degli Schnauzer standard con Affenpinschers, Spitz grigio e barboncini neri in un programma di allevamento altamente selettivo.

Quattro miniature importate dalla signora M. Slattery dell’allevamento Marienhof nel 1924 furono il ceppo di base per la razza in America.

Gli Schnauzer miniatura furono registrati per la prima volta come razza separata nel 1926. L’anno successivo il primo campione americano fu Ch. Mosè Taylor. Questo è stato un onore condiviso con Don v. Dornbusch, poiché entrambi hanno vinto lo stesso giorno, ma in spettacoli diversi.

Da allora la popolarità dello Schnauzer nano è aumentata vertiginosamente elevando il cane a una delle razze più popolari in America.

Storia dello Schnauzer gigante

Lo Schnauzer gigante è stata l’ultima di tutte e tre le razze di Schnauzer ad essere creata.

In Germania il “Riesenschnauzer” (che letteralmente significa Snouter gigante in tedesco!) era inizialmente allevato e utilizzato per guidare bovini e ovini. Era anche usato come cane da guardia.

Nel libro del 1928 sulle razze canine tedesche, E. von Otto afferma che il padre dei Giganti era il grande “orso Schnauzer” di Monaco. Questa era una razza di cane con lunghi capelli arruffati imparentata con il vecchio cane da pastore tedesco.

Questo è stato probabilmente incrociato con l’Alano nero, dando forza e potenza al Gigante, oltre che l’istinto di protezione.

Von Otto scrisse anche: “nel suo aspetto generale e nella sua natura meravigliosa ha una fortissima somiglianza con il Bouvier des Flandres”. Questa era un’altra razza di cane sviluppata per guidare il bestiame, ma la cui intelligenza, forza e versatilità sono state utilizzate da allora in molti usi.

L’Odivane Kennel di Mary Moore è stato uno dei primi importatori di Giants nel Regno Unito, mentre la razza è stata importata negli Stati Uniti negli anni ’30.

Tuttavia, fino agli anni ’60 c’erano ancora meno di 50 Schnauzer giganti registrati in America all’anno.

Con l’allevamento selettivo e l’importazione da allevamenti di successo, nonché il passaparola della razza, la popolarità dello Schnauzer gigante è aumentata notevolmente negli ultimi 40 anni.

Schnauzer standard

Versatilità

Lo Schnauzer standard è conosciuto come il cane con il cervello umano ed è l’originale di tutti e 3 i tipi di Schnauzer.

Lo Schnauzer, come viene semplicemente chiamato nel Regno Unito – o ‘Mittelschnauzer’ in Germania – è stata una celebre razza europea risalente al 14° o 15° secolo.

Sono originari della Germania meridionale, dove sono stati allevati per la loro versatilità. Questo cane atletico teneva i topi fuori dalla stalla, faceva la guardia all’aia, ai carri dei commercianti e al bestiame.

Durante la prima guerra mondiale, gli standard furono usati come cani da guardia dall’esercito tedesco e vettori di spedizione dalla Croce Rossa. Fu solo dopo la guerra che furono importati per la prima volta in America in qualsiasi numero.

Nonostante sia l’originale, lo Stendardo non è così conosciuto come i suoi cugini Schnauzer miniatura e Schnauzer gigante. La razza è solo la 107a più popolare negli USA, rispetto alla Miniature al numero 11 e alla Giant a 83.


Aspetto esteriore

Lo Schnauzer standard è un cane di taglia media. I maschi sono alti circa 18-20 pollici alle spalle con le femmine più piccole di circa un pollice. Pesano da 30 a 50 libbre.

Questa è una razza robusta e muscolosa con un aspetto elegante quando viene curata. Ha la classica forma “squadrata” dello Schnauzer con l’altezza alle spalle quasi uguale alla lunghezza del corpo.

Come tutti gli Schnauzer, anche lo Standard ha la barba folta e le sopracciglia folte.

La quantità di peli sul viso varia da cane a cane. Non essere deluso se il tuo cucciolo di Schnauzer non si fa crescere subito la barba folta. Come gli uomini, devono raggiungere la maturità prima di poter crescere una folta barba!


Il cappotto

Lo Stendardo, come lo Schnauzer Gigante e Miniatura, ha un doppio mantello. Il mantello esterno è duro e ispido e copre uno strato più morbido al di sotto.

Dovresti spazzolare il tuo cane a casa almeno una volta alla settimana e mandarlo dal toelettatore per essere spogliato o tagliato circa ogni 8-10 settimane, a seconda di quanto velocemente crescono i suoi capelli.

schnauzer standard neroGli Schnauzer standard sono disponibili solo in due colori –

  • pepe e sale
  • nero solido

Sono considerati –
ipoallergenici e non perdono pelo
e quindi più adatti a persone allergiche.


Caratteristiche della razza

Sebbene la razza sia universalmente nota per il suo aspetto atletico, squadrato e il muso barbuto, le caratteristiche specifiche della razza variano da paese a paese.

Negli Stati Uniti e in Canada, lo Schnauzer standard è classificato nel gruppo di lavoro. Nel Regno Unito il cane è mostrato nell’Utility Group.

Elezioni: da 15 ong il manifesto “Anche gli animali votano”

ROMA, 05 AGO – In vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo, le associazioni animaliste presentano il manifesto “Anche gli animali votano”, sei punti per un paese “più giusto per gli animali”: contrasto al randagismo, tutela della fauna selvatica, stop all’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli, protezione degli animali allevati a fini alimentari, superamento della sperimentazione animale e tutela degli animali nel nostro sistema giuridico e istituzionale-amministrativo.



Questi macro-temi sono contenuti nel programma delle ong animaliste nazionali e internazionali – Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Ciwf Italia, Enpa, Essere Animali, Humane Society International/Europe, Lac, Lav, Leidaa, Lndc Animal Protection, Oipa e Save the Dogs and Other Animals – “indirizzato a partiti, ‘candidati Premier’ e candidati al parlamento, che si fonda sul principio della protezione e della tutela degli animali”, della biodiversità, dell’ambiente e degli ecosistemi, in attuazione del principio fondamentale costituzionale, entrato in vigore il 9 marzo scorso.

“La grave crisi climatica, pandemica ed economica – affermano le associazioni – derivano anche dallo sfruttamento e dal maltrattamento degli animali.

Inoltre, gli incendi, il caldo e la siccità senza precedenti hanno avuto gravissime conseguenze sulla fauna selvatica e sugli habitat. Gli effetti sono davanti agli occhi di chiunque voglia vedere. Oggi più che mai sono necessari atti importanti da parte del parlamento e del governo sia in sede nazionale che europea e internazionale. La necessità del rispetto per gli animali assume ormai da tempo un ruolo centrale per gran parte dell’opinione pubblica, come testimoniano tutti i sondaggi. Pertanto – concludono le associazioni – i temi della campagna elettorale, come sicurezza, lavoro, immigrazione, salute, spesa pubblica, scuola, ricerca, famiglia, legalità, devono avere una declinazione anche nella tutela degli animali”. (ANSA).