L’artista che crea con la sabbia animali che sembrano veri

“Non importa come la guardi, ti insegnerà sempre qualcosa se sei disposto a imparare”: con queste parole l’artista Andoni Bastarrika si riferisce alla sabbia, grazie alla quale riesce a dar vita a sculture straordinarie. Cani, tartarughe, coccodrilli, elefanti, cavalli… i soggetti preferiti da Bastarrika sono gli animali. Questo scultore è indubbiamente uno dei migliori del settore, tanto da essere considerato da molti “il re della sabbia”.

La passione di Andoni per le sculture in sabbia è nata quasi per caso, circa 2o anni fa quando si trovava in spiaggia con le due figlie. La sua prima opera? La Sirenetta! Dopo quella, sono seguite numerose sculture incredibilmente realistiche. C’è un motivo ben preciso per cui Andoni predilige realizzare opere che raffigurano animali: per l’artista spagnolo sono degli “spiriti liberi” e portatori di saggezza, da cui noi umani possiamo imparare.

Purtroppo le sculture create sulla spiaggia si deteriorano in maniera abbastanza veloce e non possono essere conservate e protette. Ma per Andoni questo non sembra essere motivo di dispiacere. Ciò che gli importa davvero è utilizzare il dono della fluidità delle sue mani.

Per Andoni la sabbia non è soltanto uno strumento artistico, ma anche una sorta di musa:

“La sabbia mi affascina perché, indipendentemente dall’angolazione, ha sempre qualcosa da insegnarti. Quando si crea una scultura, innumerevoli particelle entrano in azione, attaccandosi insieme grazie all’umidità. Una volta terminato, il lavoro torna alla natura, consumandosi più o meno lentamente in base al vento e alle maree “.

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Le zoonosi: malattie diffuse tra gli animali che passano ad infettare gli uomini

Per poter passare dall’animale all’uomo è necessario tuttavia che tali microrganismi compiano il cosiddetto salto di specie (spillover) adattandosi, in questo modo, alle condizioni ambientali microbiologiche dell’uomo.pubblicato da Dott. Marco Casadei -7 maggio, 2020

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LE ZOONOSI (MALATTIE DIFFUSE TRA GLI ANIMALI CHE PASSANO AD INFETTARE GLI UOMINI) SONO SEMPRE STATE ALLA BASE DELLE PRINCIPALI PANDEMIE CONOSCIUTE DALL’UMANITÀ. 

Per cui alcuni animali possono essere considerati dei serbatoi biologici per molti agenti patologici.

Per poter passare dall’animale all’uomo è necessario tuttavia che tali microrganismi compiano il cosiddetto  salto di specie (spillover) adattandosi, in questo modo, alle condizioni ambientali microbiologiche dell’uomo.

A questo proposito nel 2012 alcuni ricercatori avevano identificato il meccanismo biologico con cui il virus della aviaria riusciva a compiere questo salto.

Il meccanismo permetteva ad alcune proteine antigeniche espresse sulla superficie del virus della influenza aviaria di riconoscere la “serratura” da aprire per entrare nelle cellule umane ed infettarle.

Tale serratura era rappresentata e continua ad essere rappresentata dal recettore per l’acido sialico. Tuttavia gli stessi ricercatori avevano anche rilevato che non era facilissimo per il virus operare questo salto in quanto non era facile per il virus adattarsi alle differenze con cui, nelle cellule umane, si esprimeva questo recettore; però nello stesso anno si era visto anche che i pipistrelli non utilizzavano questo meccanismo ma ne utilizzavano un’altro rappresentato da un gruppo di geni chiamato complesso maggiore di istocompatibilità  che riusciva, contrariamente all’altro meccanismo, ad adattarsi benissimo per codificare (produrre) proteine di volta in volta adatte a riconoscere tutte le “serrature” presenti sulla superficie delle cellule umane, loro obiettivi, anche se venivano modificate a scopo protettivo per non farsi, appunto, riconoscere.

Anche il coronavirus, essendo un retrovirus (virus a RNA), si modifica facilmente nel tentativo di adattarsi alle mutate condizioni microambientali; tuttavia, secondo il virologo cinese Lin-Fa Wang de Global Health Institute di Singapore,  il rischio che il virus si stabilizzi in una nuova specie resta estremamente basso.

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