parte sesta
REGOLE DI CONVIVENZA
Abbiamo visto quali siano i più importanti aspetti da conoscere per poter creare il giusto rapporto con un cane: i comportamenti, il linguaggio, le regole di convivenza.Iniziamo con l’analizzare le regole di convivenza che devono essere alla base del rapporto cane-padrone (sottolineo che il termine “padrone” non mi piace ma sono costretto ad usarlo non esistendo alternative valide).Cominciamo da qui perché, uomo e cane, entrambi animali sociali, hanno nei rapporti con il branco l’aspetto centrale della loro esistenza
E’ fondamentale avere ben chiaro che siamo noi a dover conoscere e capire il nostro cane e non viceversa: lui continuerà sempre a comportarsi da cane e a considerarci suoi simili appartenenti al suo branco; noi, invece, dobbiamo imparare a conoscerlo, in modo da poterci comportare “da cani”: è questo il vero segreto per avere un giusto rapporto con lui.Non si potrà avere un rapporto equilibrato con un cane se non si tiene costantemente presente che abbiamo a che fare con una specie diversa dalla nostra, caratterizzata da regole che dobbiamo comprendere e rispettare. Ogni cane nasce con caratteristiche particolari (ad esempio sarà più o meno docile) ed è compito del padrone plasmarlo con l’educazione.Il ruolo più importante e gravoso spetta dunque all’uomo: gli insuccessi educativi e le problematiche comportamentali sono, nella quasi totalità dei casi, da addebitare ad errori umani
Per capire le regole sociali dei cani, dobbiamo ancora una volta fare riferimento al lupo e immaginare i cani come lupi addomesticati che hanno mantenuto le basi genetiche dei loro progenitori, plasmate dalla selezione umana: l’uomo nel corso dei millenni ha modificato il comportamento del cane ma la base rimane quella del lupo, immutabile in quanto essenza stessa del cane. L’aspetto più importante nella vita del cane-lupo è, oltre al cibo e alla riproduzione (comune a tutti gli animali), la vita sociale del branco (e ciò non è comune a tutti).Nell’infinita varietà di specie animali presenti sulla Terra, ne esistono di sociali (che vivono in gruppi più o meno organizzati) e altre i cui membri conducono vite solitarie incontrandosi con gli altri in particolari situazioni (soprattutto per la riproduzione).Per il cane-lupo il rapporto con gli altri membri del branco è fondamentale: un cane isolato non sarà felice.Questa importanza assoluta del branco si riflette anche nel rapporto con l’uomo: ne è la principale componente. Le regole sociali vanno applicate fin dai primi contatti che abbiamo con il nostro cane; abbiamo visto come la preparazione di una solida base per la convivenza con lui inizi dalla scelta, al fine di adottare un esemplare adatto a noi: dobbiamo chiederci se siamo pronti per farlo, scegliere la razza o l’esemplare giusto, individuare un allevamento affidabile.
Qui inizia il vero rapporto con il nostro cane: cominciamo ad avere a che fare con lui; intorno ai trenta giorni dalla nascita, i cuccioli possono essere toccati e accarezzati anche dagli estranei (abbiamo visto come sia fondamentale che vengano in contatto con il maggior numero di stimoli positivi per non crescere troppo isolati).In questo modo possiamo cominciare a scegliere l’esemplare più adatto a noi e a farci conoscere da lui.Il carattere che avrà da adulto dipenderà da aspetti innati (cioè presenti geneticamente dalla nascita) e dalle condizioni in cui crescerà; saranno quindi importantissime sia la scelta del cucciolo che l’educazione che gli verrà impartita.Già intorno ai trenta giorni è possibile individuare le prime indicazioni caratteriali: all’interno della cucciolata si cominceranno a distinguere i più vivaci, i più timidi, i dominanti e i sottomessi. Approfondirò questo aspetto in seguito, illustrando i test specifici che si possono applicare ai cuccioli (ma anche agli adulti e ai meticci) per individuarne il carattere; ora mi limito a dare qualche suggerimento.E’ consigliabile non scegliere i più timidi, a meno che si voglia consapevolmente adottare un esemplare che potrebbe presentare paure nei confronti di persone, altri cani o rumori: i cuccioli timidi si riconoscono dal fatto di essere sempre in disparte, di temere i rumori, di evitare i contatti (ciò può anche essere sintomo di scarsa salute); questi esemplari sono inadatti a chi voglia un cane esuberante o da guardia e possono essere invece adottati da chi senta di avere molta pazienza e un forte istinto “materno”.Anche un cucciolo troppo espansivo, vivace o sicuro di sé non è adatto a tutti: se, quando vi avvicinate alla cucciolata, uno di loro vi trotterella incontro con la codina dritta, vi mordicchia i vestiti e le mani, cerca di “arrampicarsi” su di voi, “diffidate” di lui, a meno che siate persone con un carattere deciso; è molto probabile che quel cucciolo sia dominante o troppo vivace.La scelta migliore, normalmente, cade sugli esemplari con un carattere medio: né troppo timidi né troppo esplosivi.E’ importante, se possibile, recarsi a vedere il cucciolo più volte, in modo da maneggiarlo il più possibile e confermare la scelta e le impressioni sul carattere.
Abbiamo, quindi, messo le basi per applicare al meglio le regole di convivenza sociale: adottare un esemplare adatto al nostro carattere. Questi criteri molto generali valgono anche per la scelta di esemplari adulti e, ovviamente, dei meticci. Intorno ai cinquanta giorni di età, giunge il grande momento: adottare il cucciolo.E’ importante che abbia questa età: è infatti questo il periodo in cui meglio può avvenire il passaggio fra vecchio e nuovo branco; farlo prima o dopo può, a volte, creare scompensi affettivi e caratteriali più o meno gravi (preciso comunque che adottare un cane prima o dopo i cinquanta giorni o da adulto non è sinonimo di problemi e qualora si presentassero, possono quasi sempre essere risolti con terapie comportamentali). Se l’adozione avviene prima dei cinquanta giorni, il cucciolo si può traumatizzare o legare troppo al suo padrone, rischiando di sviluppare disturbi di comportamento quali l’“ansia da separazione”, che vedremo più avanti, oppure crescere senza l’educazione della madre e dei fratelli diventando ”iperattivo” (ne ho parlato nel primo articolo); qualora l’adozione avvenga dopo, il proprietario non avrà la possibilità di plasmare al meglio il carattere e l’educazione del suo cane e dovrà, a volte, convivere con caratteristiche e problemi già presenti.
Per il cucciolo lasciare la madre e i fratelli è doloroso: per un cane, qualsiasi separazione dal branco è difficile, tanto più se avviene in giovane età.E’ necessario, quindi, dimostrargli grande affetto e ciò sarà più facile qualora ci abbia già conosciuto nelle nostre precedenti visite all’allevamento e al canile. Fin dal primo momento dovremo impostare con lui un filo conduttore che ci accompagnerà lungo tutto il corso del nostro rapporto: grandissimo affetto senza però mai apparire deboli e remissivi. Una giusta convivenza non può essere priva né del nostro amore nei suoi confronti né del rispetto che lui deve alla nostra figura di capobranco.Un saluto,
Andrea Radice…… segue