© Andrea Radice
parte seconda
POSSIAMO ACCOGLIERE UN CANE
Continuiamo ad analizzare ciò che possiamo fare per diminuire le probabilità di avere problemi con il proprio cane.
Compiamo un ulteriore, fondamentale passo indietro: chiediamoci se la nostra situazione sia adatta ad accogliere un cane; questi, infatti, piomba spesso in situazioni inadatte (tempi troppo limitati da dedicargli, famigliari a lui contrari) e due sono le strade possibili: o conquista, come solo lui sa fare, i propri spazi vitali e il cuore di tutti oppure viene rifiutato e abbandonato.
L’adozione di un cane dovrebbe essere supportata da una giusta preparazione mentale, da condizioni favorevoli e da sufficienti conoscenze cinofile.
Per giusta preparazione mentale intendo: sapere che un cane è impegnativo (anche dal punto di vista economico), che ha bisogno di tanta cura e attenzioni, che cambierà le nostre abitudini legandoci alle sue esigenze (rendendoci un pò meno “liberi”), che non si tratta, insomma, di un gioco ma di qualcosa di molto serio che però, in cambio, ci darà amore, allegria, compagnia, lealtà e tanto tanto altro.
Le condizioni favorevoli riguardano soprattutto il tempo che gli si potrà dedicare: la maggiore sofferenza per un cane è infatti rimanere troppo solo ed essere trascurato (ancor più del non poter compiere un adeguato movimento fisico).
In appartamento non lo si dovrebbe lasciare sempre solo dalla mattina alla sera; se si possiede una casa con giardino non si dovrebbe commettere l’errore di pensare che gli sia sufficiente un prato, una cuccia e un po’ di cibo: infatti, essendo un animale nato per vivere in branco (al contrario, per esempio, del gatto), soffre nel rimanere separato dalla propria famiglia-branco umana e sarà più felice in un monolocale (potendo fare almeno due o tre belle passeggiate al giorno) in compagnia anziché da solo in un grande giardino.
Per quanto riguarda le conoscenze cinofile, mi auguro che questi interventi contribuiscano a farne raggiungere un livello sufficiente.
Stabilito che si sia pronti ad adottare un cane arriva il momento di sceglierlo: come abbiamo detto, è il primo e fondamentale passo del lungo rapporto che avremo con lui ed è basilare dare a ciò grande importanza, anche se, in molti casi, la decisione rimarrà, per forza di cose, spontanea e impulsiva.
E’ importante perché molti dei problemi che si creano con il proprio cane dipendono dalle condizioni sfavorevoli in cui è cresciuto prima dell’adozione (di cui abbiamo parlato nel precedente intervento) oppure dalla scelta sbagliata (per dimensioni, caratteristiche comportamentali ecc.).
Qui di seguito analizziamo questo secondo aspetto.
Ognuno di noi ha determinate esigenze, possiede un certo carattere, ha nella mente un proprio ideale di cane e spesso vengono adottati esemplari non adatti alla situazione che andranno a vivere, siano essi trovatelli o provenienti dai migliori allevamenti.
Al momento della scelta si dovrebbe tener conto di alcuni punti:
-la scelta della razza non deve basarsi sulla moda del momento, anche perché, spesso, le razze di moda non hanno neppure caratteri facili (dal dobermann negli anni ’70, al pit bull oggi, passando per l’husky dieci anni fa).
Purtroppo oggi sono di moda molte razze da guardia e da difesa di grossa taglia che danno molti problemi, fra i quali i più eclatanti sono i morsi inflitti a persone e ad altri cani.
-la scelta non deve essere dettata solo da criteri estetici: cani molto carini come i beagle o affascinanti come gli husky nascondono aspetti caratteriali complicati, mentre una razza esteticamente anonima quale il border collie è in assoluto la più portata all’apprendimento.
-i cani di piccola taglia danno meno problemi di quelli grandi: in molti luoghi (alberghi, ristoranti e, perché no, case di amici e parenti) sono meglio accettati, hanno meno forza e quindi tirano meno al guinzaglio, sono meno pericolosi in caso di aggressività, sono più semplici da maneggiare.
-ogni razza ha particolari caratteristiche che dovrebbero essere in sintonia con la situazione che andranno a vivere; sono, per esempio, sconsigliati un vivacissimo labrador a persone anziane o un pigro bulldog ad un ragazzo dinamico: sarebbe molto meglio il contrario; è necessario informarsi bene (rivolgendosi anche ad esperti) sulle caratteristiche delle varie razze per individuare quella più adatta alla propria situazione.
-per quanto riguarda i meticci, la scelta dovrebbe dipendere da un esame dell’esemplare (compiuto in modo serio e accurato) che ne stabilisca le caratteristiche fisiche e comportamentali; ciò è molto importante nel caso in cui il cucciolo abbia pochi mesi (per non portare a casa un batuffolo che diventa poi un gigante ingestibile) ma è importante anche qualora lo si adotti da adulto (ciò succede soprattutto coi meticci nei canili) per non adottare, senza saperlo, esemplari con seri problemi fisici o caratteriali.
Il problema con il proprio cane che si evidenzia più spesso è la sua eccessiva vivacità e va tenuto presente che gli anziani, i disabili o più semplicemente chi sia un po’ pigro o particolarmente nervoso, dovrebbe scegliere razze caratterizzate da un comportamento calmo.
Praticamente tutti i cani richiedono da parte nostra una certa dose di dinamismo (tirano al guinzaglio, hanno bisogno di almeno due o tre passeggiate al giorno, è importante giocare con loro) e molti lamentano l’incapacità di soddisfare queste esigenze.
Spesso è proprio un problema fisico: ad esempio, chi ha superato una certa età o donne con fisici minuti si ritrovano con cani che sono letteralmente più forti di loro e le passeggiate al guinzaglio diventano veri e propri incubi.
Bisogna sapere che i cuccioli sono impegnativi: sono molto vivaci, vogliono sempre giocare, fanno i bisogni in casa, mangiano e rosicchiano oggetti a più non posso: bisogna avere tantissima pazienza (molto spesso manca) e sapere come comportarsi per non lasciarsi andare a reazioni impulsive che portano a commettere errori educativi.
E’importante sottolineare che con l’educazione non si può stravolgere il carattere di un cane molto vivace: potrà essere in parte calmato ma non reso “una statua” come qualcuno pretenderebbe.
Come abbiamo visto nel precedente intervento è di fondamentale importanza rivolgersi ad un allevamento serio (vedremo in seguito i criteri per sceglierlo) che, attraverso la selezione di razza e l’osservazione della cucciolata (è possibile individuare gli esemplari più calmi già dopo 30-40 giorni dalla nascita), può dare precise indicazioni su quale sarà il carattere del cucciolo da adulto e dare la sicurezza che non subisca quei traumi (di cui ho scritto nel precedente intervento) che lo potrebbero rendere iperattivo.
Le razze caratterizzate da un comportamento calmo sono poche e bisogna fare i conti con la variabilità caratteriale sempre presente anche negli allevamenti più selezionati: è per questo che gli elenchi di razze hanno il limite di non poter tenere conto delle tante eccezioni che si possono incontrare (dal Rottweiler pauroso al Labrador aggressivo).
Ne citiamo alcune (analizzeremo più avanti l’intero panorama delle razze): si possono considerare calme alcune razze a gamba corta quali il Basset Hound e il Corgi, le femmine di Golden Retriever (i maschi sono molto più attivi), molti grandi molossoidi quali il Mastino Napoletano, il Mastino inglese, il S.Bernardo e il Terranova (ma le dimensioni possono essere davvero un problema), il Chow Chow (che però è solitamente testardo e indipendente).
Da queste razze ci si può ragionevolmente aspettare un comportamento posato anche da giovani.
Per quanto riguarda i meticci la scelta dovrebbe dipendere da un approfondito esame caratteriale dell’esemplare che stabilisca se sia calmo ed equilibrato.
Nel prossimo intervento continueremo ad analizzare i criteri di scelta del cane.
…..segue
Andrea Radice