
Passato il periodo iniziale.
Per intenderci: quando si rincorreva il cane che scorazzava in lungo ed in largo per il campo, ignorando i nostri richiami in varie lingue e fregandosene bellamente del fatto che noi avevamo la lingua penzoloni e la bombola d’ossigeno ora-mai vuota.
Si cominciano a vedere i progressi nostri (riusciamo a correre senza stramazzare a terra dopo trenta secondi) e del no-stro socio (esegue un’impressionante sequenza d’ostacoli al solo nostro comando), ci sentiamo orgogliosi di tutto que-sto; il rapporto con il nostro bellimbusto è certamente cambiato in meglio.
Ora ci capiamo al volo, ogni volta che diciamo qualche cosa lui è attento, al guinzaglio non tira più come un forsennato tentando di andare ovunque tranne dove vorremmo andare noi (facciamo un figurone della madonna quando siamo per strada), al parco ci sta al fianco e non va più a zonzo come se fosse un randa senza patria e non dobbiamo più fare i nu-meri di prestigio per farlo rimanere fermo in auto quando apriamo la portiera (solitamente schizzava fuori come una freccia al primo spiraglio di luce nella portiera); insomma, le cose sono veramente cambiate per entrambi in modo posi-tivo (noi più tranquilli e lui più calmo).
Cominciamo a parlare degli ostacoli (quelli che il cane dovrebbe eseguire).
Il primo ostacolo che il cane affronta è il SALTO (consiste in una struttura di due pali verticali su cui è appoggiata un’asta), l’altezza dell’astina è regolata in funzione dell’altezza del cane.
Le prime volte (come ho già detto) sono difficili, poi il cane si abitua al comando di saltare e riesce anche ad evitare di abbattere l’astina.
Poi si passa alla GOMMA, quest’ostacolo altro non è che un copertone d’auto appeso alla giusta altezza ed il cane ci deve passare dentro.
Dopo avere speso sangue, sudore e lacrime sui salti, quest’attrezzo non è così difficile, basta stare attenti che il nostro marrano non imbrogli facendo finta di saltare (quelli scafati lo fanno bene), tanto per non fare nomi la mia “birba” lo fa da una vita ed è anche riuscita ad imbrogliare un giudice (la furba) in una gara ufficiale.
Il terzo è il TUBO RIGIDO, è veramente un tubo con un diametro interno di circa sessanta centimetri lungo circa cinque metri dove il cane deve entrare da una parte ed uscire dall’altra.
Sembra facile detto così ma basta provare per vedere che le difficoltà spuntano come funghi dopo una giornata piovosa

Ci sono cani che amano questo tipo di cose, ed il problema non è di farli entrare ma è quello opposto in pratica non farli entrare se non devono.
Altri cani quando entrano nel tubo si fermano dopo pochi passi, tornano indietro e non vogliono saperne di arrivare all’altra estremità; qui dobbiamo mettere in azione la nostra (con un sostanziale aiuto dell’istruttore) abilità per convin-cerlo che entrare nel tubo ed uscire dall’alta parte è una cosa che potrebbe essere divertente.
Il ribaldo ovviamente non sarà d’accordo su questa nostra convinzione e spetterà a noi convincerlo del contrario.
Ora tocca al TUBO MORBIDO, l’ingresso è circa come l’altro tubo, per il primo metro è rigido dopo, diventa un telo molle, un po’ pesante per i cani piccoli, lungo circa tre o quattro metri, il cane deve entrare per poi uscire con il telo davanti agli occhi (in pratica non vede più un “tubo”).
Non è un attrezzo facile, molti cani qui richiedono tempo e pazienza per superare sicuri l’ostacolo, per fortuna arriva in soccorso l’istruttore (tipo super Pippo) che con una serie d’astuzie convince il nostro eroe a superare l’ostacolo con si-curezza.
Al binomio (è così che si chiama in gergo l’accoppiata umano cane), quando è in grado di eseguire questi ostacoli con sufficiente sicurezza, arriva la tegola degli ostacoli più impegnativi.
A questo punto cominciano le vere difficoltà, il binomio inizia ad affrontare ostacoli che lo faranno sudare per tutta la carriera sportiva.
Il primo di questi, anche il più ostico di tutti (secondo me) si chiama SLALOM.
L’ostacolo è formato da dodici paletti in linea retta, posti ad una distanza di circa 60 centimetri uno dall’altro; il cane deve entrare sempre con il primo paletto alla sua sinistra a prescindere dalla posizione in campo del conduttore.
Con questa spiegazione uno si perde con la testa; immaginate, far capire al nostro eroe che è lui quello che deve andare in quella selva di paletti, con il passo dell’ubriaco, andando prima a sinistra e poi a destra ed ancora a sinistra e via così fino alla fine dei paletti, senza saltare nemmeno un paletto.
Qui uno si beve un bel litrozzo di rosso pesante, prima di tentare di affrontare questa contorsione fisico mentale; oppure il binomio si arma di santissima pazienza ed impara ad eseguire quest’accidente di slalom come deve essere eseguito (mettendo in bilancio anche i moccoli elargiti a profusione dell’istruttore che immancabilmente ci pioveranno addosso).
Ah, dimenticavo una cosa molto importante: in agility dog, quando si è sul campo in allenamento, oppure in gara, il ca-ne deve essere privo di guinzaglio e collare.
Alla prossima