Lo starnuto inverso del cane

Lo starnuto è un’espulsione convulsiva di aria dai polmoni attraverso il naso e la bocca, solitamente causata da particelle estranee che irritano la mucosa nasale.

Anche gli animali domestici starnutiscono, e quando capita possono anche essere molto buffi1!

A volte però, questa naturale forma di difesa dagli agenti esterni si può manifestare in modo diverso: hai mai sentito parlare di starnuto inverso nel cane?

Che cos’è lo starnuto inverso?

Lo starnuto inverso, o “starnuto all’indietro”, come il normale stranuto, è un riflesso respiratorio improvviso e involontario. Questa condizione si può verificare quando si produce irritazione nel palato molle dell’animale, vale a dire nella regione posteriore della cavità orale che separa il passaggio nasale dalla cavità orale.

starnuto inverso nel cane è un fenomeno che si può riscontrare con maggiore incidenza in alcune razze canine dal muso schiacciato, come ad esempio Chihuahua, Shitzu, Boxer, Bulldog e Carlino2.

Se gli episodi di starnuto inverso nel cane si manifestano con una certa frequenza, è meglio informare tempestivamente il veterinario, in particolare se l’animale presenta altri sintomi respiratori come tosse, secrezione nasale, soffocamento o problemi di respirazione.

Come accorgersi dello starnuto inverso nel cane?

Quando si presenta lo starnuto inverso nel cane si ha l’impressione che l’animale stia inspirando i propri starnuti!

Per questo questa condizione è stata chiamata “starnuto inverso”: l’animale emette un forte sbuffo che possiamo assimilare al tipico suono emesso da un’anatra o un’oca; questo può farci pensare che il nostro amico abbia qualche cosa che ostruisce le vie respiratorie e che non riesce ad espellere.

Gli episodi di starnuto inverso si manifestano di solito per poco tempo: da qualche decina di secondi fino ad alcuni minuti3, anche se potremmo avere la percezione che durino molto di più, dato che normalmente si tende a interpretare questa condizione in modo eccessivamente drammatico.

Leggi anche: Naso Che Cola nel Cane: Scopri Perché È Importante Capire le Cause

Quali sono le cause dello starnuto inverso?

Come in caso di tosse o di un normale starnuto, lo starnuto inverso nel cane serve per espellere una sostanza irritante. Alcune possibili cause dell’irritazione che provoca uno starnuto inverso possono essere:

  1. Allergie;
  2. Profumi e deodoranti per ambienti;
  3. Prodotti per la pulizia della casa;
  4. Uso del guinzaglio (tirarlo eccessivamente);
  5. Stato di sovraeccitazione;
  6. Eccessivo esercizio fisico;
  7. Corpi estranei nella cavità orale;
  8. Acari nasali;
  9. Palato molle allungato (comune nelle razze brachicefale);
  10. Eccessiva foga durante i pasti.

Cosa posso fare se il mio cane ha lo starnuto inverso?

Se il tuo cane manifesta questa condizione con una certa cadenza, la prima cosa da fare è consultare un veterinario.

Questi effettuerà un’analisi accurata, per valutare cuore e funzionalità respiratoria, oltre all’esame del sangue e delle urine.

Potranno essere eseguiti ulteriori approfondimenti per escludere altre cause di starnuto inverso, come ad esempio:

  1. Collasso della trachea;
  2. Tumore o polipi nasali;
  3. Corpo estraneo nasale;
  4. Infezione del tratto respiratorio superiore;
  5. Infiammazione (rinite).

Questi esami possono comportare una radiografia del torace, un esame orale e nasale effettuato in sedazione ed eventuale rinoscopia (si inserisce una telecamera nella cavità nasale e nella gola) per evidenziare eventuali anomalie.

In linea di massima, lo starnuto inverso non necessita di farmaci o terapie, ed è una condizione benigna, a meno che non sia molto frequente.

Se il problema è ricorrente o grave, il veterinario può considerare la somministrazione di farmaci4 per il trattamento della causa di fondo o fornire cure sintomatiche.  Se diagnostica la presenza di acari nasali (raro), il veterinario curerà il cane con un antiparassitario per la loro completa eliminazione.

Come fermare lo starnuto inverso nel cane

È possibile cercare di fermare un episodio di starnuto inverso del cane stringendogli il naso con due dita e contemporaneamente massaggiandogli la gola, oppure aprendo la bocca dell’animale e premendo delicatamente sulla lingua finché non deglutisce.

Molto spesso questi “trucchi” funzionano, ma se lo spasmo non passa e si ripresenta spesso, meglio chiamare il veterinario!

In conclusione, Lo starnuto inverso può allarmare i proprietari di animali domestici, ma non è una condizione dolorosa o dannosa. Episodi occasionali di starnuto inverso sono considerati normali, e non rappresentano un pericolo per i nostri amici a quattro zampe.

Se invece si manifestano con una certa frequenza, occorre rivolgersi al veterinario, per effettuare le opportune analisi, e prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di eventuali situazioni potenzialmente pericolose per i nostri beniamini.

Riferimenti:

  1. https://makeup.donnemagazine.it/animali-che-starnutiscono/
  2. https://amicaveterinaria.com/starnuto-inverso-nel-cane-video-e-rimedi/
  3. https://www.ambvetfioccoscalvi.eu/starnuto-inverso-cane-quando-preoccuparsi/
  4. https://toegrips.com/reverse-sneezing-in-dogs/

Fonte

JJ4 Una ritorsione ed una condanna inaccettabile

E’ una vittoria importante, anche se c’è ancora spazio per ripensamenti in negativo, quella che la LAC, insieme ad altre associazioni e grazie all’azione dello studio legale Linzola, ha ottenuto salvando (per ora) la vita all’ormai celebre, purtroppo per lei, orsa JJ4, l’animale ritenuto responsabile dell’aggressione mortale di Andrea Papi avvenuta lo scorso 5 aprile nei boschi sopra il paese di Caldes (TN) e catturato pochi giorni dopo in un luogo non distante da dove si era verificato l’episodio che ha causato il decesso del 26enne.

Come vedremo più avanti la serie di ricorsi presentati contro le ordinanze del presidente della Provincia autonoma di Trento ha fermato la condanna a morte dell’esemplare, mentre non si hanno notizie se sono ancora vivi i tre cuccioli che stava svezzando quando è stato catturato e separato dalla prole, ma va anche ricordato che la condanna è arrivata dopo un processo farsa.

E’ infatti chiaro, in primo luogo ai veterinari che hanno dimestichezza con la fauna selvatica, ma anche a chiunque si sia preoccupato di analizzare le fonti, che mancano dati fondamentali nella ricostruzione dell’incidente.

La dinamica è fumosa, per non dire artefatta, mancano attestazioni certe delle cause della morte del giovane e relazioni dirette con l’orsa incriminata. Il caso è servito splendidamente a un’amministrazione (non la sola, purtroppo) totalmente aliena a qualsiasi conoscenza o frequentazione delle dinamiche naturali, e interessata invece a togliere di mezzo animali che nel piccolo mondo di chi non ne sa riconoscere il valore rappresentano solo un problema per l’economia e la sicurezza umane.

A Trento si fanno solo proclami deliranti sulla pericolosità di alcuni degli orsi non solo per via dei criteri di valutazione degli stessi (fingendo per esempio di ignorare che qualsiasi genitore animale che fornisce cure parentali difende la propria prole, anche in modo violento)  ma anche per via di una concezione totalmente antropocentrica del concetto di ambiente che prescinde del tutto dalle esigenze delle altre forme di vita. Esigenze che si scontrano non solo con una colonizzazione economica sempre più spinta del territorio, a causa di agricoltura e interventi infrastrutturali, ma anche con una antropizzazione moltiplicata anche da un turismo invasivo, non preparato e ancora meno consapevole.

Per non parlare dello sgradevole presidio del territorio da parte di cacciatori e bracconieri, di certo non entusiasti di fronte alla prospettiva di dover tornare a dividere, dopo decenni di esclusiva, la fauna selvatica di interesse venatorio con i grandi carnivori.

La verità è che alla fauna selvatica viene gradualmente rubato ogni spazio residuo, di sopravvivenza e di pace – non dimentichiamo che il governo Meloni ha modificato la legge di tutela della fauna omeoterma, concedendo ora la possibilità di cacciare anche nei Parchi – e che in questo assalto senza regole il fatto che si verifichino incidenti è assolutamente normale, per quanto doloroso.

Una cronistoria degli eventi e delle nostre azioni legali in difesa di un’orsa accompagnata da tre cuccioli che ha semplicemente difeso

Dopo l’incidente mortale del 5 aprile…

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Puma,linci e pantere:i grandi felini vagano davvero per le campagne inglesi?

FILE: Black panther, 2020

FILE: Black panther, 2020   –  Diritti d’autore  AFP

Di David Mac Dougall  •   24/05/2023 – 12:48

Nuove prove fornite dal Dna suggeriscono che ci sono potenzialmente centinaia di predatori apicali nel Regno Unito

Guidando tra gli altopiani scozzesi all’inizio di maggio, la turista Lottie Hodson è sobbalzata quando ha intravisto un’elegante macchia nera al limite del bosco.

Allertando suo fratello, ha fermato l’auto per cercare invano di vedere meglio: “Ho indicato fuori dal finestrino e ho detto ‘ferma la macchina, c’è una pantera!’ – racconta Lottie a Euronews Green – alcune persone hanno detto che avrebbe potuto essere un ‘kellas’, ma qualunque cosa fosse è stata molto bella da vedere”.

I gatti Kellas, identificati solo nel 1984, sono un incrocio tra il gatto selvatico scozzese, originario delle Highlands scozzesi, e un gatto domestico: di solito, sono neri con una lunga coda e molto più grandi di un soriano medio.

Tuttavia, gli esperti ritengono che ciò che Lottie ha visto potrebbe benissimo essere una pantera nera del genere Panthera pardus, nata allo stato selvatico e che vive libera, ma riservata e quasi invisibile al pubblico.

Nuove prove rivelano che i grandi felini potrebbero essere in libertà: campioni di peli prelevati da un recinto di filo spinato in prossimità di una pecora morta nel sud dell’Inghilterra sono risultati positivi al Dna della pantera nera, dopo che la troupe di un reportage ha documentato il campione in laboratorio.

Damon Higgins/OUT MAZAINES, SALES TV

Oko, a black leopard owned by Steve Sipek of Loxahatchee, Fla.Damon Higgins/OUT MAZAINES, SALES TV

Cosa sono gli eventi di rilascio dei grandi felini?

Gli esperti ritengono che ci siano stati alcuni eventi di “rilascio” durante il secolo scorso, che hanno mantenuto in salute la popolazione di grandi felini britannici.

Il primo è stato durante la Seconda Guerra mondiale, quando gli zoo se ne sono sbarazzati perché non in grado di fornire loro una dieta rigorosa a base di carne.

Il secondo grande evento di rilascio è avvenuto dopo il 1976, quando una nuova legislazione ha reso illegale per i negozi britannici (come i grandi magazzini Harrods) vendere animali esotici.

Di conseguenza, le persone che non volevano rispettare nuove rigide regole per tenere i grandi felini nelle loro case li hanno liberati.

Probabilmente ci sono stati anche rilasci individuali nel corso degli anni, con animali tenuti come domestici o in zoo e circhi privati.

“Ci sono 40 specie di gatti selvatici in tutto, ma quelli che ci interessano nel Regno Unito sono quelli abbastanza grandi da uccidere un cervo: questo è il parametro quando valutiamo una fotografia o parliamo con un testimone, quella è la preda nel loro ecosistema”, spiega Rick Minter, esperto di grandi felini e biologo, che tiene traccia degli avvistamenti nel suo podcast.

Circa l’80% degli avvistamenti annuali di grandi felini nel Regno Unito è dato da animali simili alla pantera nera, un altro 15% riguarda puma marrone chiaro, leoni di montagna o puma “concolor”, con alcuni avvistamenti segnalati di lince.

Quanti grandi felini potrebbero esserci in giro e cosa mangiano?

Per avere una popolazione sana e consolidata di pantere nere o puma di colore marrone chiaro, gli esperti stimano che dovrebbero esserci almeno 300 esemplari di ogni animale sparsi in tutto il Regno Unito.

Nei loro territori nativi, le pantere nere potrebbero vagare sino a 50 km e, se ci fossero gruppi di femmine, i maschi passerebbero da un gruppo all’altro durante la stagione degli amori.

La loro principale fonte di cibo in loco sarebbe il cervo: infatti, ci sono circa due milioni di cerviche vagano per il Regno Unito.

Fonte

Piante e animali sono la nostra vera ricchezza, salviamoli per salvare noi stessi

In occasione della Giornata mondiale della biodiversità il dialogo tra l’economista Jeffrey Sachs, presidente del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, e il biologo Roberto Danovaro, ricercatore tra i massimi esperti di biodiversità. Con Max Mizzau Perczel, presidente dell’associazione Pianeta Mare Darwin Dohrn. Danovaro e Mizzau saranno ospiti al Festival di Green&Blue l’8 giugno nell’IBM Studios di Milano

NEA: un “manifesto” per la Giornata mondiale della biodiversità

“I sistemi agroalimentari sono sempre più oggetto di disequilibri e conflitti geopolitici. Da qui la necessità di una transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale, economica, sociale e di governance globale del cibo”, spiega responsabile ENEA della Division…22 Maggio 2023

A Castel Porziano il primo Centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità

Il National Biodiversity Future Center, coordinato dal Cnr, è la prima struttura italiana con 2000 scienziati e 49 istituzioni impegnate a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paesea cura di redazione Green&Blue22 Maggio 2023

Quali sono stati i primi animali? Un nuovo studio genetico rivela le specie più antiche

Grazie a un nuovo studio genetico, gli scienziati sono riusciti a identificare i primi animali sorti negli antichi mari nel Precambriano, più di 500 milioni di anni fa.

Da quando, più di un secolo fa, gli scienziati concordano sul fatto che la vita sulla Terra come la conosciamo oggi abbia avuto origine negli oceani, una delle domande che ha causato molti dibattiti è ”quali furono i primi animali che si svilupparono negli antichi mari nel Precambriano, più di 500 milioni di anni fa?”. In questo contesto, grazie a un nuovo studio filogenetico, un team di biologi delle università della California (USA) e di Vienna (Austria) è riuscito a costruire una sorta di albero genealogico che illustra come gli animali e i loro geni si sono evoluti nel tempo. A causa del loro aspetto primitivo e della semplicità della loro anatomia, diversi studiosi hanno discusso se le spugne di mare, che trascorrono l’intera vita adulta in un posto filtrando il loro cibo dall’acqua di mare, o i ctenofori, organismi simili a meduse che strisciano attraverso le profondità dell’oceano alla ricerca di cibo, sono la più antica forma di vita animale. Come descritto dai ricercatori in un articolo pubblicato sulla rivista Nature, per risolvere questa questione gli esperti hanno messo a confronto il genoma della medusa pettine (appartenente alla famiglia dei ctenofori), di due specie di spugne marine, di due organismi unicellulari (coanoflagellato e ameba ) e quella di un parassita microbico imparentato con animali e funghi (ittiosaporea), con quella di altri animali ”moderni”.

Quali sono stati i primi animali? Un nuovo studio genetico rivela le specie più antiche

Analizzando le sequenze genetiche dello stesso cromosoma in tutti gli animali, precisano gli esperti, hanno identificato uno schema chiaro: “Le spugne e gli animali più moderni condividono gli stessi tratti di un raro tipo di fusione e riarrangiamento cromosomico“, un tratto non trovato nelle meduse a pettine, il cui genoma è organizzato in modo simile a quello degli organismi unicellulari. Abbiamo trovato una manciata di riarrangiamenti condivisi da spugne e non ctenofori. Invece, i ctenofori assomigliavano a non animali. La spiegazione più semplice è che i ctenofori si ramificassero prima che si verificassero i riarrangiamenti“, ha spiegato David Rokhsar, coautore della pubblicazione. Questi risultati, affermano gli scienziati, suggeriscono che i ctenofori “sono stati il ​​primo lignaggio a diramarsi dall’albero animale“, seguiti dalle spugne di mare, che hanno trasmesso la loro nuova disposizione cromosomica agli animali discendenti, compresi quelli da cui proveniamo noi umani. Sebbene i ricercatori abbiano identificato il primo lignaggio animale a diramarsi dagli organismi moderni, sottolineano che i gruppi di animali analizzati hanno continuato ad evolversi da un antenato comune, quindi continuano a condividere caratteristiche con queste forme primitive. “Il più recente antenato comune di tutti gli animali visse probabilmente tra i 600 e i 700 milioni di anni fa. È difficile sapere che aspetto avessero perché erano animali dal corpo molle e non hanno lasciato una traccia fossile diretta. Ma possiamo usare i confronti tra animali vivi per conoscere i nostri antenati comuni“, ha detto Roksar. Per gli autori, i risultati della loro ricerca gettano nuova luce sui primi rami dell’albero della vita animale e forniscono nuove intuizioni su come i primi animali sono nati e si sono evoluti nella diversità delle specie che abitano la Terra oggi.

fonte

QUATTRO VELENI MORTALI PER I VOSTRI ANIMALI

I rodenticidi è un pesticida usato per eliminare, prevenire e allontanare l’azione dei roditori. Al tempo stesso, questi rappresentano uno dei motivi più frequenti di avvelenamento tra gli animali domestici. Ad avvalorare quello che stiamo dicendo, c’è la testimonianza del centro antiveleni italiano che afferma che questa cosa, e che rappresenta il 27,6% delle chiamate ricevute (1).

Negli Stati Uniti, più di 100 decessi di animali domestici causati da rodenticidi vengono segnalati ogni anno all’EPA, l’Agenzia per la protezione ambientale (2) e probabilmente molti altri non vengono denunciati. I rodenticidi sono anche entrati nella lista delle 10 tossine più pericolose per gli animali domestici stilata dall’ASPCA nel 2019, posizionandosi al settimo posto. I casi di esposizione ai rodenticidi sono aumentati in quell’anno, rappresentando il 6,8% di quelli presi in carico dall’Animal Poison Control Center (3).

Cosa Rende così Pericolosi i Rodenticidi?

Ciò che rende i rodenticidi così pericolosi sono senza dubbio le loro piccole dimensioni, che possono essere facilmente masticate da cani e gatti, e il loro uso diffuso. Blocchi o prodotti a base di cereali, sono utilizzati da tutti per combattere questo problema dei roditori, e quindi è possibile trovarli disseminati in case, garage, fienili, fattorie, parchi e aree naturali.

Sebbene molti prodotti appaiano simili, possono contenere ingredienti attivi molto diversi, che influiscono sul tipo di trattamento necessario. Se il tuo animale domestico ingerisce rodenticida, conserva la confezione o cerca di fornire una descrizione accurata di come appariva al tuo veterinario, per aiutarlo ad identificare di che tipo preciso

Quattro Rodenticidi Comuni a cui Prestare Attenzione

Un cane che e accarezzato

Di  seguito sono riportati i quattro rodenticidi più comuni di cui tutti i proprietari di animali domestici dovrebbero essere a conoscenza (4). È meglio evitare di usare questi prodotti in casa o in giardino, poiché gli animali domestici sono bravissimi a scovarli, anche quando si è convinti di averli messi fuori dal loro raggio di azione.

Gli animali domestici, per non parlare della vegetazione circostante, possono anche essere avvelenati dai rodenticida.

1. Anticoagulanti

Questi possono essere sia a breve durata d’azione (warfarin) che a lunga durata (brodifacoum e bromadiolone) e agiscono inibendo la vitamina K1 epossido reduttasi, che riduce i fattori di coagulazione, con conseguente sanguinamento incontrollato. I segni di emorragia interna includono letargia, tosse, difficoltà respiratorie e gengive pallide. Possono anche verificarsi vomito, diarrea, sangue dal naso, lividi, sangue nelle urine e sanguinamento dalle gengive, sebbene meno comuni come sintomi.

I rodenticidi anticoagulanti sono stati vietati per uso residenziale dal 2011, ma se il tuo animale domestico è esposto, il trattamento richiede vitamina K1 per via orale, per un periodo da cinque a 30 giorni. Mentre i gatti raramente soffrono di avvelenamento da anticoagulanti, i cani possono essere molto sensibili a questa cosa e possono essere avvelenati anche ingerendone una quantità molto piccola.

Leggi anche: Come Proteggere i Cani e i Gatti dai Veleni

2. Colecalciferolo (vitamina D3)

Secondo la Pet Poison Helpline: per cani e gatti, questo è uno dei rodenticidi più pericolosi sul mercato e sta guadagnando popolarità principalmente a causa delle restrizioni dell’EPA sui rodenticidi anticoagulanti di seconda generazione (5). I sintomi di avvelenamento includono debolezza, letargia, diminuzione dell’appetito e alitosi, con insufficienza renale acuta, che si sviluppa due o tre giorni dopo l’ingestione. Sebbene non esista un antidoto specifico, alcuni animali rispondono a un trattamento aggressivo che include liquidi e farmaci EV per ridurre la concentrazione di calcio nel corpo.

Un cucciolo esaminato da un veterinario

3. Bromethalin

Questo rodenticida è neurotossico e causa edema cerebrale o accumulo di liquidi intorno al cervello. Possono verificarsi tremori, mancanza di coordinazione, convulsioni, paralisi e morte, con sintomi che si sviluppano da due ore a quattro giorni dopo l’ingestione.

Carbone attivo, liquidi EV e farmaci, sono necessari per ridurre l’edema al cervello. I gatti sono particolarmente sensibili ai rodenticidi brometalina.

4. Fosfuri di zinco e alluminio

Questi veleni producono gas tossici e sono spesso usati in esche per talpe e geomidi, ma possono anche essere trovati in esche per ratti e topi. Quando ingerito, viene rilasciato gas fosfina che può causare gonfiore allo stomaco, vomito, dolore addominale, shock, convulsioni e danni al fegato. Dare antiacidi subito dopo l’ingestione, può aiutare a ridurre la quantità di gas prodotto, ma è necessaria un’assistenza veterinaria immediata per decontaminare lo stomaco dell’animale. Anche il personale veterinario è a rischio a causa dei fumi che possono essere rilasciati durante questo processo o anche dal vomito dell’animale.

Leggi anche: Come Liberare i Nostri Animali da Scorie e Tossine in Sicurezza

Pet Poison Helpline ha osservato che: “La dose tossica è molto piccola e quasi tutti gli animali che ingeriscono questo veleno devono essere visitati da un veterinario. Se l’animale vomita in macchina mentre è in viaggio verso la clinica veterinaria, i finestrini devono essere aperti per evitare l’inalazione di fosfina gassosa “ (6). Se ritieni che il tuo animale abbia ingerito rodenticida, richiedi immediatamente assistenza veterinaria di emergenza, fornendo quante più informazioni possibili sul prodotto ingerito.

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Soluzioni non Tossiche per il Controllo dei Parassiti

Un cane sotto shock

Se hai animali domestici, mettere rodenticidi dentro o intorno alla tua casa è un rischio che non vale la pena correre. Le opzioni non chimiche come le trappole di colla e le trappole a scatto, non sono una buona alternativa, poiché causano notevoli sofferenze agli animali nel caso ci finiscano dentro.

Invece, il consiglio da seguire è quello di posizionare una trappola viva chiamata Havahart®. Si tratta di una trappola umana che cattura topi, ratti o altri roditori, in modo da poterli rimuovere da casa senza usare tossine o avvelenare l’ambiente. Se posizioni trappole vive, assicurati di controllarle almeno una volta al giorno. I topi dovrebbero quindi essere rilasciati in sicurezza, idealmente in un altro luogo, magari al chiuso, poiché secondo la Humane Society degli Stati Uniti, i topi domestici e i roditori che hanno vissuto negli edifici per tutta la vita, avranno scarse possibilità di sopravvivere all’aperto.

Leggi anche: Top 10 Dog Poisons

Se possibile, trasferisci i topi in una dependance come un capanno o un garage (7). Se questo può suonare molto strano, bisogna considerare che anche i topi meritano compassione e, anche se di certo non si ha voglia di invitarli in casa, vivono a fianco degli umani, con poche conseguenze, da migliaia di anni. Per proteggere i tuoi animali domestici dai rodenticidi che potrebbero incontrare fuori casa, tienili al guinzaglio quando sei in strada e soprattutto in luoghi sconosciuti. Non lasciare che il tuo animale domestico consumi roditori selvatici, che potrebbero essere contaminati da veleni rodenticidi.

FONTE

Perchè il cane mangia tutto quello che trova? Che cosa fare

Questo articolo è stato pubblicato il maggio 10, 2023 da Matea.

Alcuni cani possono sembrare degli aspirapolvere: spazzano via tutto ciò che trovano per terra, sul tavolo o sul balcone, senza mostrare alcuna esitazione o disgusto. Sembrano costantemente affamati, sempre pronti a mangiare qualsiasi cosa, sempre e ovunque, anche dopo un pasto completo.

Quando il cane mangia tutto quello che trova, incluse le sostanze non alimentari, si dice che è affetto da pica. Questo comportamento si differenzia dalla sottrazione o dal rosicchiamento di oggetti, che non prevedono l’ingestione degli stessi.

I cani che soffrono di pica generalmente introducono nello stomaco: sassi, plastica, carta, sabbia, bastoni, calzini, spesso oggetti strani, disgustosi e pericolosi, insomma mangiano qualunque cosa possano trovare in giro.

Questo comportamento è abbastanza frequente nei cuccioli e nei cani giovani e può rientrare nel normale comportamento esplorativo. I cani hanno bisogno di conoscere e raccogliere le informazioni, la bocca è per loro come per noi le mani, quindi masticare, e talvolta inghiottire, è il loro modo di esplorare l’ambiente che li circonda. Talvolta, però, inghiottire alcune cose può metterli nei guai e persino portare a blocchi o avvelenamenti. Per questo motivo è bene fornire loro un ambiente protetto e sicuro, dove possano manipolare con la bocca solo oggetti non pericolosi e che non possano essere ingeriti.

Se invece la pica viene manifestata da soggetti adulti, allora le cause possono essere diverse. In alcuni casi può trattarsi di un comportamento scorretto del cane e allora è necessario modificare la gestione dell’animale, impedendogli l’accesso alle sostanze che potrebbe ingerire, poi insegnandogli a lasciare a comando, cercando di prevenire e riportandolo verso comportamenti corretti.

Pica e Problemi Comportamentali

La pica può essere, a volte, il segnale di un problema comportamentale, in cui la scelta di oggetti specifici da parte di alcuni individui adulti può rappresentare una forma di disturbo compulsivo, che spinge il cane a ignorare qualsiasi tipo di attività a favore del masticare e ingerire oggetti.

La pica può essere causata da disturbi del comportamento come: ansia o stress, noia, mancanza di stimolazione o esercizio fisico, depressione, frustrazione o mancanza di socializzazione.

In tutte le situazioni in cui è riconducibile a una patologia comportamentale, questa va trattata. La pica può essere anche attivata da alcune patologie.

Pica e Malattie

cane in letargia

È importante sapere che ci sono anche alcune cause organiche che possono far sì che un cane si senta affamato tutto il tempo. Questa condizione è nota come polifagia. Soprattutto se la pica insorge improvvisamente in cani adulti o anziani, la causa potrebbe essere ricercata in malattie endocrine o gastroenteriche, che infatti determinano un’alterazione del comportamento alimentare inducendo questo disturbo. Anche alterazioni a livello encefalico, come la presenza di masse tumorali, possono causare comportamenti anomali e improvvisi, tra cui la pica. La polifagia può essere causata dall’insorgenza di:

Diabete: dal momento che il corpo di un cane diabetico non può regolare i propri livelli di zucchero nel sangue, mangia qualsiasi cosa per cercare di compensare gli squilibri di zuccheri nell’organismo. Leggi anche: “Sintomi e segni del diabete nei cani”.

Ipertiroidismo: è una malattia causata da una sovrapproduzione di tiroxina, un ormone tiroideo che aumenta il metabolismo nel corpo.

Leggi anche:” Le Migliori Erbe e Cibo per Tiroidite nel Cane/Gatto”.

Sindrome di Cushing: è una malattia endocrina, conosciuta anche come iperadrenocorticismo. I cani con questa malattia hanno una sovrapproduzione di cortisolo (corticosteroide) nel sangue, interessando l’ipofisi e le due ghiandole surrenali. La malattia è piuttosto frequente nel cane anziano e rara nel gatto.

Leggi anche: “Come contrastare la sindrome di Cushing negli animali naturalmente”.

Presenza di parassiti intestinali: i nemici principali dei nostri animali sono i parassiti e i vermi, alcuni di questi sono anche portatori di gravi problemi di salute. Se l’animale domestico è cronicamente infetto, può essere soggetto a infiammazione gastrointestinale cronica e disbiosi.

Leggi anche: “Parassiti e vermi sono i principali trasmettitori di malattie per gli animali?”.

Ma Pica e Sindrome da Malassorbimento

Infine esiste anche la possibilità che il cane che mangia di tutto abbia la sindrome da malassorbimento, con questo disturbo s’intende che il tratto gastrointestinale del cane non può assorbire correttamente i nutrienti presenti nel cibo.

Questo fattore può essere derivato dall’accumulo di tossine nell’intestino dell’animale, il quale non riesce ad utilizzare tutti i nutrienti. Attraverso l’apparato digerente e il colon le tossine vengono eliminate. Quando l’apparato digerente non funziona bene potrebbe complicare l’eliminazione delle tossine dall’organismo.

Generalmente l’animale con problemi di malassorbimento, anche se ha una perdita di peso, ha un appetito vorace e continuerà a mangiare di tutto, per sopprimere le mancanze nutrizionali.

Un assorbimento non corretto delle sostanze nutritive porta a carenze nutrizionali, spesso causa di malattie croniche (1) (2).

Leggi anche: “I 9 Modi per Preservare la Salute al Cane o Gatto”.

Occorre, in casi di malassorbimento intestinale, cambiare alimentazione, offrendo al cane una alimentazione sana, possibilmente disidratata o pressata a freddo con ingredienti di grado alimentare umano, senza aggiunta di additivi, conservanti e coloranti. Aggiungere al cibo i probiotici, per equilibrare la flora batterica, e gli enzimi. Molto utile anche una disintossicazione con delle erbe, per aiutare l’organismo a espellere l’accumulo di tossine.

Le migliori erbe per la disintossicazione sono:

la radice di Bardana: leggermente amara lenisce il tratto gastrointestinale e stimola la cistifellea, determinando il rilascio di succhi digestivi e la secrezione della bile per una corretta digestione (3);

l’Origano: disintossica i polmoni e protegge contro raffreddori, influenza e altre infezioni virali (4);

Cardo mariano e il tarassaco: possono essere di grande aiuto per il fegato dell’animale domestico, in quanto queste erbe proteggono il fegato dalle tossine e lo rigenerano, aiutando a ripararne le cellule e promuovendone la rigenerazione (5) (6);

Mallo di noce nera: ha proprietà antiparassitarie, antibatteriche e antimicotiche (7).

Queste erbe in sinergia tra di loro costituiscono un ottimo rimedio per la disintossicazione generale dell’organismo degli animali domestici.

Leggi anche: “8 Motivi per disintossicare cane e gatto”.

Attenzione alla Sicurezza

Se hai un cane con pica, ricordati che gli oggetti estranei ingeriti possono causare ulcerazioni interne, irritazione gastrointestinale e blocco nell’intestino.

L’ animale domestico potrebbe avere uno o più dei seguenti sintomi, dopo aver ingerito un oggetto non commestibile: vomito, diarrea e alito cattivo cronico.

Se c’è un blocco nel tratto gastrointestinale i sintomi possono includere: stitichezza, contrazioni addominali e bava in eccesso. In questi casi occorre portare l’animale dal veterinario, al più presto.

È bene assicurargli un ambiente protetto, dove possa manipolare con la bocca solo oggetti non pericolosi e che non possano essere ingeriti.

Fonte

LA NUTRIA “CICCIO” UCCISA IN UN PARCO, IL TRIBUNALE DI MODENA: “NO ALL’ARCHIVIAZIONE, SI INDAGHI PER SCOPRIRE CHI È STATO”. LA LAV ESULTA


L’animale, che faceva parte di una colonia su cui era stato avviato un progetto di sterilizzazione, era stato trovato agonizzante e dalla radiografia erano emersi due pallini esplosi con armi ad aria compressa. L’associazione animalista: “Non esistono animali di serie Z, hanno diritto alla vita come tutti gli altri. (Fonte: Repubblica LA NUTRIA “CICCIO” UCCISA IN UN PARCO, IL TRIBUNALE DI MODENA: “NO ALL’ARCHIVIAZIONE, SI INDAGHI PER SCOPRIRE CHI È STATO”. LA LAV ESULT

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